L’Ilva è a un passo dalla chiusura e il governo non sa cosa fare
Hello, World — L’incontro tra governo, ArcelorMittal e sindacati non è andato bene: l’azienda ha confermato l’intenzione di lasciare l’ex Ilva a dicembre
Un po’ di giustizia per Stefano Cucchi
Hello, World — I due carabinieri autori del pestaggio che causò la morte di Stefano Cucchi dieci anni fa, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, sono stati condannati dalla Corte d’Assise di Roma a 12 anni di reclusione
L’impeachment di Trump è un’ottima serie tv
Hello, World — Le udienze pubbliche per l’impeachment di Trump sono appena iniziate, ma una cosa è chiara: il fronte conservatore è ancora compatto nella propria difesa del presidente
Venezia è sott’acqua, ma c’è ancora chi non crede ai cambiamenti climatici
Hello, World — A Venezia è emergenza per l’acqua alta, che nella notte ha raggiunto i 187 centimetri — il dato più alto dai 194 centimetri raggiunti durante l’alluvione del 1966
Il golpe in Bolivia è un attacco a indigeni e ceti popolari
Hello, World — Evo Morales ha annunciato che lascerà la Bolivia per rifugiarsi in Messico, promettendo ai propri sostenitori che tornerà nel paese “presto, con più forza ed energia.”
Per la quarta volta in quattro anni, la Spagna non ha un governo possibile
Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.
Evo Morales teme un colpo di stato in Bolivia
Hello, World! — Evo Morales ha accusato la polizia di aver preso parte a un “colpo di stato”: i militari si sono rifiutati di contenere le proteste, disertando i propri posti.
Lula è libero, ma la sua persecuzione politica non è ancora finita
Hello, World! — Lula è stato liberato grazie alla decisione del tribunale supremo secondo cui le persone accusate di un crimine possono essere incarcerate solo quando hanno esaurito le loro possibilità di appello.
Ilva in sciopero e nessuna soluzione in vista
Hello, World! — Anche i lavoratori dell’indotto dell’ex Ilva sono pronti allo sciopero contro i 5000 esuberi — quasi tutti inevitabilmente a Taranto — chiesti da ArcelorMittal come condizione per continuare a gestire l’acciaieria.