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Il 23 aprile è andata in onda a Piazza Pulita, su la7, un’intervista al sindaco di Bergamo Giorgio Gori. L’intervista è stata fatta da Corrado Formigli. Gori ha parlato della situazione economica della sua città, ma soprattutto si è espresso sulla gestione dell’emergenza sanitaria da parte della regione Lombardia.
A questo proposito Corrado Formigli ha chiesto a Gori: “Le sembra accettabile che noi dobbiamo utilizzare questi metodi così deduttivi anzichè avere i tamponi, i test sierologici, cioè una mappatura scientifica del territorio?”
“Questa è la cosa meno accettabile,” ha risposto Gori. “Questa regione, anche perché costretta ad affrontare un’onda di dimensioni non confrontabili con quella di altri territori, è arrivata tardi su tutto. È arrivata tardi sui dispositivi di protezione individuale — ancora oggi in questa città sono arrivate 70 mila mascherine nella somma tra protezione civile e acquisti regionali. Solo il comune ne ha procurate 300 mila per suo conto. È arrivata in ritardo sui tamponi, sui test sierologici, quelli da cui ci aspettiamo di avere notizie sugli anticorpi che ognuno di noi ha sviluppato, di nuovo sono partite prima altre regioni.”
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Secondo Giorgio Gori “è mancata quella rete di intercettazione a monte dei malati in grado di curarli a domicilio ed evitarne l’aggravamento prima che avessero bisogno di essere trasferiti in ospedale.”
Gori ha anche ammesso di aver sottovalutato la gravità della situazione nella prima fase di diffusione del virus. Ha inoltre raccontato di aver perso a causa dell’epidemia un compagno di università e un altro amico che aveva sostenuto la sua campagna elettorale.
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