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Passato il ventennale, è importante ricordare che la repressione nel sangue di quei giorni ha lasciato campo libero agli eccessi del capitalismo contro cui si battevano i manifestanti nel 2001

Durante il G8 di Genova del 2001 sono state compiute torture e i più gravi abusi dello stato di diritto in Italia degli ultimi decenni: un episodio che ha lasciato tracce profonde — forse più di quello che sembrava all’inizio — nella società del paese. Negli scorsi giorni a Genova si sono tenute diverse celebrazioni per ricordare le vittime di violenza e repressione. Ma com’era l’Italia di allora?

Abbiamo cercato di capire com’era il paese in quel momento: per certi versi simile a quello di oggi e per certi versi ancora diverso — c’erano già i segni di una crescente precarizzazione del lavoro, ad esempio, contro cui il movimento del Genoa Social Forum si batteva. Ed era un paese che si era appena affacciato al governo Berlusconi 2, il più lungo dell’Italia repubblicana, che avrebbe lasciato tracce devastanti nella società degli anni successivi.

Abbiamo cercato di ricostruire precisamente cosa accadde durante le manifestazioni di quei giorni, tra errori grotteschi di coordinazione delle forze di polizia e responsabilità delle massime cariche dello stato, completamente impreparate o addirittura conniventi con i massacri e le violenze sugli innocenti esibite dalle forze dell’ordine. Oppire la dinamica dell’omicidio di Carlo Giuliani e delle assurde scuse accampate dalle forze dell’ordine per averlo ucciso.

Abbiamo cercato di raccontare l’uso della forza alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto, definito in diversi modi — “macelleria messicane,” “torture,” “martirio” — che non riescono comunque a cogliere la gravità dei fatti: secondo la formula di Amnesty International, che non possiamo sottovalutare solo perché l’abbiamo sentita più volte, “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale.”

Abbiamo cercato di capire quali sono stati gli effetti di lungo termine sulla sinistra italiana e sulla società del paese in generale, e come sia stato possibile che nessuno nelle forze dell’ordine abbia pagato per quanto è successo, mentre diversi attivisti sono ancora perseguitati dalla giustizia e dai ricordi — insomma: di come la brutalità del “metodo Genova” abbia fatto scuola.

In questa puntata sono con voi: Stefano Colombo, Marta ClincoAlessandro Massone. Per non perderti nemmeno un episodio di TRAPPIST, abbonati su Spotify e Apple Podcasts.

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in copertina: foto CC-BY 2.5 Camillo. Elaborazione CC-BY the Submarine