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Video: Indymedia, per concessione di Mark Covell

La sera del 21 luglio 2001 i reparti mobili della Polizia di stato fanno irruzione nel centro del coordinamento del Genova Social Forum, l’istituto scolastico Diaz. Poco prima di mezzanotte, la polizia fa irruzione nell’edificio picchiando e torturando indiscriminatamente chi trova all’interno — per la maggior parte attivisti e giornalisti addormentati, fermando 93 persone e mandando in ospedale 61 feriti, dei quali uno in coma: il giornalista inglese Mark Covell, la prima persona su cui si sono accaniti i poliziotti all’ingresso.

Per giustificare quella che poi venne definita una “macelleria messicana,” le forze dell’ordine tentano di depistare le indagini, introducendo nell’edificio alcuni oggetti potenzialmente utilizzabili come armi, come due Molotov. Molti dei responsabile dell’organizzazione e dell’esecuzione del raid non solo non vengono puniti, ma negli anni successivi ricevono una serie di promozioni e scatti di carriera. Nel 2017 la Corte europea dei diritti dell’uomo stabilisce che i fatti della Diaz sono assimilabili a tortura.