Un lavoro precario per tutt*
Più di 3 milioni di italiani sono assunti con un contratto a tempo determinato: è il numero più alto di sempre — il frutto di precise decisioni politiche che continuano […]
Più di 3 milioni di italiani sono assunti con un contratto a tempo determinato: è il numero più alto di sempre — il frutto di precise decisioni politiche che continuano […]
I dati raccolti dal ministero del Lavoro mostrano gli effetti della pandemia e il rischio di essere sfruttati: il numero di permessi di soggiorno nel 2020 è crollato, e il 60% dei lavoratori del decreto flussi sono impiegati in settori al centro di diversi scandali di sfruttamento
Il disegno di legge di Nunzia Catalfo è arrivato in Parlamento, ma far entrare anche l’Italia tra i paesi che adottano questo diritto non sarà facile
Il ministro Orlando ha proposto di legare gli aiuti statali alle imprese all’aumento dei salari. La risposta aggressiva di Confindustria testimonia che di provvedimenti come questi c’è bisogno, visto che i salari continuano a calare rispetto al resto d’Europa
Il collettivo di Campi Bisenzio ha creato una rete tra il mondo operaio, studenti e lavoratori in tutta Italia. Gli autori del piano per “reindustrializzare l’Italia” ci spiegano un modello alternativo di produttività, basato su industria verde e solidarietà
Un nuovo report del Parlamento europeo fotografa la situazione della donna nel mercato del lavoro — tra paghe inferiori, lavoro di cura non retribuito, part time forzato, e lavoro precario.
Il collettivo che ha ottenuto l’accordo per riconvertire la fabbrica del settore automotive di Campi Bisenzio ha deciso di raggiungere altri siti a rischio delocalizzazione in Italia. Con un obiettivo: ristabilire il rapporto tra fabbriche e territorio.
L’Italia è uno dei sei paesi europei che non prevede il salario minimo, ma introdurlo sarebbe solo il primo passo per migliorare le condizioni dei lavoratori poveri nella contrattazione e contro la precarietà.
In finanziaria ci sono solo 20 milioni per i centri per l’impiego destinati a chi non studia né lavora — ma un terzo dei giovani non riesce a trovare proposte lavorative o formative soddisfacenti. E per questo ha deciso di non provarci più