Khan Yunis Rafah Flee
Una famiglia in fuga da Khan Yunis in seguito a una nuova ondata di attacchi delle IDF.Foto: WAFA

Le operazioni delle IDF nella Striscia di Gaza hanno visto una ulteriore escalation in termine di violenza e aggressività nelle scorse ore: anche l’ultimo round di pressioni internazionali si è rivelato inutile nel far desistere il governo Netanyahu VI dal proseguire con l’aggressione di Gaza. Mentre continua l’assedio all’ospedale di al–Shifa — dove nel fine settimana l’esercito israeliano stesso ha dichiarato di aver ucciso 170 persone — le IDF hanno espanso i propri attacchi diretti contro altre due strutture ospedaliere, gli ospedali Nasser e al–Amal a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Oltre agli attacchi di artiglieria, le operazioni prevedono l’uso di bulldozer ed escavatori — le IDF stanno scavando fuori dall’ospedale al–Amal, per motivi al momento non noti. Entrambe le operazioni sono accompagnate da raid aerei nei pressi dei due ospedali: gli attacchi in alcune residenze nei pressi dell’ospedale Nasser hanno causato un numero imprecisato di morti e feriti. La Mezzaluna rossa palestinese sta cercando di evacuare chi può essere spostato dalle strutture, ma denuncia che nell’attacco all’ospedale al–Amal sono state uccise due persone, tra cui un lavoratore della Mezzaluna rossa stessa.

Associated Press ha raccolto alcune testimonianze di civili che sono sfuggiti al raid dell’ospedale al–Shifa, che descrivono il susseguirsi di azioni brutali da parte delle IDF. Uno dei testimoni descrive come i carri armati e i bulldozer israeliani abbiano schiacciato almeno 4 corpi di persone uccise nel raid e rimaste all’esterno dell’ospedale. Un altro civile, che vive nei pressi dell’ospedale, denuncia come le persone arrestate in massa all’ospedale siano state costrette a camminare fuori dalla struttura a fianco a numerosi corpi uccisi. La Mezzaluna Rossa denuncia che all’ospedale al–Amal le IDF avrebbero chiesto, attraverso messaggi trasmessi con droni, che le persone che volevano evacuare la struttura lo facessero da nude.

Chi non viene attivamente ucciso, rischia di morire di fame: il commissario generale dell’UNRWA Philippe Lazzarini ha denunciato che le autorità israeliane hanno informato l’agenzia ONU che non permetterà a nessuno dei loro convogli alimentari di raggiungere il nord della Striscia di Gaza. Già la scorsa settimana l’UNRWA non era riuscita a effettuare nessuna consegna nel nord della Striscia, dove i livelli di crisi alimentare sono altissimi e le consegne ONU erano tra le pochissime a riuscire ancora ad arrivare. Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha ripreso la notizia, dicendo che la decisione delle autorità israeliane consiste nel “negare alle persone affamate la possibilità di sopravvivere.” La decisione delle autorità israeliane sembra essere una diretta risposta alle dichiarazioni del segretario generale ONU Guterres, che aveva invocato la necessità di “inondare” la Striscia di aiuti umanitari.


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