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Oggi è la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dall’Onu a partire dal 2001 — nel cinquantesimo anniversario della Convenzione sullo status dei rifugiati — per manifestare solidarietà e vicinanza nei confronti di coloro che sono costretti ad abbandonare le proprie case per fuggire da guerre, persecuzioni e miseria.

Un dramma che riguarda nel mondo più di 65 milioni di persone, come ha sottolineato Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. La peggiore crisi umanitaria dalla Seconda guerra mondiale.

Solidarietà, vicinanza, ma anche azione: è lo scopo della petizione #WithRefugees, lanciata da UNHCR per spingere i governi a fare di più, in un momento in cui sembra che gli Stati facciano a gara per fare di meno, da una sponda all’altra dell’Atlantico.

Su the Submarine abbiamo sempre cercato di dare spazio il più possibile a quella che ancora in Italia ci ostiniamo a chiamare “emergenza,” ma che — come ha ricordato oggi anche il Presidente Mattarella — non può più essere affrontata soltanto con strumenti emergenziali. Richiede un’assunzione di responsabilità, da parte della politica e dei cittadini, capace di guardare al lungo termine. E, soprattutto, umanità.

Su questa mappa si vedono le migrazioni umane degli ultimi 15 anni su scala mondiale.

La mappa, creata alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh nel laboratorio Community Robotics, Education, and Technology Empowerment è uno strumento potentissimo per superare i preconcetti emotivi che hanno insidiato l’opinione pubblica attraverso la propaganda nazionalista dei partiti di destra (e recentemente, anche di meno destra) del paese. Leggi l’articolo.

Gli spari della guardia costiera libica sulle barche dei profughi.

Non è la prima volta che si hanno notizie di spari della guardia costiera libica sulle barche dei profughi, e perfino contro quelle delle stesse Ong, come lo scorso gennaio, quando la Bourbon Argos di MSF è stata crivellata di colpi, “scambiata per una nave di trafficanti di petrolio.” Leggi l’articolo.

Il fallimento sistematico delle politiche migratorie dell’Unione Europea

Come va il piano di ricollocazione di migranti e richiedenti asilo da Italia e Grecia verso il resto d’Europa? Molto male. Leggi l’articolo.

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L’attacco di Di Maio alle Ong è frutto del peggiore razzismo

Da qui al piano Kalergi il passo è molto breve. Leggi l’articolo.

Amnesty: l’accordo Ue-Turchia è “un modello per la disperazione”

“È estremamente ipocrita che i leader europei promuovano l’accordo Ue–Turchia come un successo, mentre chiudono gli occhi di fronte agli alti costi insostenibili di coloro che ne soffrono le conseguenze” ha accusato Gauri van Gulik, vicedirettore di Amnesty International in Europa. Leggi l’articolo.

Quali sono le associazioni che aiutano i migranti in Europa

Oltre l’indignazione per le frontiere chiuse — sono decine le associazioni e le ONG che operano in Europa a sostegno di profughi e migranti. Leggi l’articolo.

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La malattia dell’accoglienza:
intervista a Pietro Bartolo, medico di Lampedusa

“Io dico sempre che il popolo dei lampedusani è affetto da una malattia straordinaria che io chiamo la malattia dell’accoglienza e della solidarietà. Mi auguro possa diventare infettiva e contagiare tutto il mondo.” Leggi l’articolo.

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L’esilio di 104 richiedenti asilo nelle montagne del lecchese

Cremeno è un piccolo paese della Valsassina che conta millecinquecento abitanti e un centro di accoglienza molto affollato. Più di cento richiedenti asilo, soprattutto di origine africana, sono ospiti del CAS (ex-CARA) Artigianelli, una vecchia colonia estiva per bambini convertita per ospitare rifugiati. Leggi l’articolo.

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No Borders League: un campionato di calcio contro il razzismo

Il progetto alle spalle del campionato, Hope Ball, è nato più di un anno fa dall’idea di Gian Marco Duina, 22 anni, milanese. Gian Marco pratica sport agonistico per diversi anni, in realtà non legato al calcio ma allo sci di fondo: “Credo che lo sport possa essere un grande strumento di lotta per l’emancipazione sociale, per l’educazione, motivo di riscatto personale e di crescita.” Leggi l’articolo.

A Polaroid for a refugee:
Intervista a Giovanna Del Sarto

“Quando decisi realmente di partire l’idea mi venne di getto: portare la Polaroid, fare dei ritratti, per poi lasciarne una copia ai rifugiati. Un’idea che nel mio subconscio forse era già matura, ma il primo viaggio mi ha permesso di esprimerla.” Leggi l’articolo.


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