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Sfollati palestinesi a Rafah leggono un volantino lanciato dalle IDF. Foto: Wafa

Dopo che l’annuncio delle operazioni militari a Rafah ha destato allarme internazionale, Netanyahu ha concesso un’intervista alla statunitense ABC News per cercare di giustificare l’ulteriore estensione dell’aggressione delle IDF nella Striscia di Gaza. L’intervista completa sarà pubblicata oggi, ma nei primi estratti condivisi dal canale, Netanyahu torna a parlare di “vittoria a portata di mano.” Netanyahu pone l’attacco a Rafah — dove hanno dovuto trovare rifugio più di un milione di sfollati dai bombardamenti israeliani — come una condizione indispensabile dell’operazione militare: “Quelli che dicono che non dovremmo entrare a Rafah in nessuna circostanza ci stanno dicendo praticamente di perdere la guerra.”

Durante l’intervista, Netanyahu è tornato a promettere che ai civili di Rafah sarà garantito un “passaggio sicuro,” senza elaborare come, data la concentrazione di persone costrette nella tendopoli, e verso dove, dato che gran parte della Striscia è stato livellato dai bombardamenti: il governo israeliano, per ora, “sta lavorando a un piano dettagliato.” Per Netanyahu, ovviamente, il proseguimento della guerra è fondamentale per garantire la sopravvivenza del proprio governo, e questo viene prima anche del sostenere un possibile accordo per il cessate il fuoco che permetterebbe la liberazione dei prigionieri israeliani ancora a Gaza.

Nelle scorse 24 ore le IDF hanno ucciso almeno 40 palestinesi in bombardamenti delle aree residenziali della città di Rafah, secondo i dati aggregati da Al Jazeera. L’Alto rappresentante UE per gli affari esteri Josep Borrell ha dichiarato, facendo “eco agli avvertimenti di diversi stati membri UE,” che “un’offensiva israeliana a Rafah porterebbe a una catastrofe umanitaria indicibile e a gravi tensioni con l’Egitto.” Borrell ripete che “riaprire i negoziati per liberare i prigionieri e sospendere le ostilità è l’unico modo per evitare un bagno di sangue.” Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha dichiarato che l’attacco di Rafah porterebbe a “conseguenze disastrose.”

Continuano intanto gli attacchi contro ospedali e personale sanitario: il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha denunciato un nuovo raid nell’ospedale al–Amal di Khan Yunis, che ha portato alla “detenzione di personale sanitario e pazienti, danni alla struttura, confisca di materiali ospedalieri e di effetti personali.” L’OMS chiede la liberazione dei lavoratori e dei loro pazienti. La Mezzaluna rossa palestinese, invece, ha denunciato il bombardamento di un’ambulanza, in cui sono stati uccisi due operatori e una bambina di 6 anni. La Mezzaluna rossa aveva ricevuto il via libera per raggiungere la bambina.


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