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Dalla riunione preparatoria per il Consiglio dei ministri di oggi emergono allarmanti retroscena sul prossimo decreto migranti: il dl prevede la possibilità di espelle anche i titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo, in caso di “gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato” o di “gravi motivi di pubblica sicurezza” — in questo secondo caso l’espulsione può essere disposta direttamente dal prefetto. Tra i motivi per l’espulsione diretta c’è anche il mentire sulla propria età — che lo stato si avvale di poter verificare anche con rapidi “rilievi antropometrici o altri accertamenti sanitari.” C’è una stretta repressiva anche contro i bambini migranti: nel caso di mancanza di disponibilità nelle strutture ricettive per minorenni, il prefetto potrà “disporre la provvisoria accoglienza” in una sezione dei centri ordinari, “per un periodo comunque non superiore a 90 giorni.” Centri che potranno essere anche estremamente stipati, con la possibilità di ospitare fino al “doppio dei posti previsti.” L’apparato previsto dal governo ha ovviamente un peso molto rilevante sui conti pubblici — quando si parla di accoglienza la destra è solita contare le risorse fino ai singoli euro al giorno, ma il fatto che repressione e gestione poliziesca delle migrazioni siano costosissime evidentemente non è un problema: da qui alla fine dell’anno si prevedono altri 2,8 milioni di spesa per il personale delle forze armate di Strade sicure, e per le capitanerie di porto è previsto un aumento delle risorse per 6,7 milioni l’anno per il 2024, 2025 e 2026.

La corsa a perdifiato verso ulteriori estremismi tra Lega e Fratelli d’Italia porta a conseguenze ai limiti del caricaturale, come il vicesegretario della Lega Andrea Crippa che traccia un parallelismo tra la cancelleria Scholz e la Germania nazista. La Lega, si ricordi, fa parte dello stesso gruppo al Parlamento europeo di Alternative für Deutschland, il partito neonazista in ascesa in Germania. Parlando con Affaritalani, Crippa sostiene che “sicuramente in Germania non vogliono né Salvini né Meloni al governo e vorrebbero o un governo tecnico, Monti o Draghi o chicchessia, o di sinistra, Schlein o altri,” e quindi “a Berlino fanno di tutto per mettere in difficoltà il governo italiano nella speranza di farlo cadere. Ma falliranno come fallirono ottant’anni fa.” Sì, 80 anni fa: “Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andó male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai social-democratici.”

Dopo i funerali laici dell’ex presidente della Repubblica Napolitano, Meloni ha avuto ieri un confronto con Macron per cercare di ricucire i rapporti tesi causati dalle dichiarazioni avventurose della maggioranza — e dalle politiche a loro volta altrettanto xenofobe del governo francese. L’incontro, descritto da una nota di Palazzo Chigi come “lungo e cordiale,” sarebbe stata occasione per Meloni per spiegare i dettagli del proprio “piano Mattei” — investimenti economici in Africa che vadano di pari passo a un meccanismo supervisionato dall’Onu per effettuare rimpatri immediati.

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