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elaborazione, CC BY-NC-SA 3.0 IT presidenza del Consiglio dei ministri

La maggioranza del governo Meloni ha trovato come portare via l’attenzione dal naufragio di Cutro, alimentando un ciclo di notizie e boutade omofobe contro le famiglie omogenitoriali. Ma quanto è profondo il legame tra il governo e il fondamentalismo religioso?

Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di FdI, ha continuato ad alimentare la polemica omofoba iniziata già sabato sera, quando aveva detto su La7 che le coppie dello stesso sesso “spacciano per proprio figlio” i propri, beh, figli. Ieri su Facebook Rampelli ha scritto un post per la festa del papà dal contenuto prevedibile, facendo gli auguri “a tutti i papà consapevoli di non poterlo essere senza una mamma” — visto che a suo dire ci sarebbero anche persone che scambiano “i bambini per puffi.”

Purtroppo anche Vittorio Sgarbi è sottosegretario alla Cultura, dunque quello che dice ha un certo rilievo: ieri ha ritenuto fosse una buona idea andare a Domenica in a dire che “Quelle nate nel 2000 sono tutte tr*ie.” La battuta è ancora più infelice se si pensa che la figlia di Sgarbi, di fianco a lui in quel momento, è nata proprio nel 2000 — a dire il vero Sgarbi non era sicuro se sua figlia fosse nata nel 1999 o nell’anno successivo; in ogni caso le ha suggerito di sposare un uomo ricco.

Ci sono persone che hanno un’idea meno distorta del proprio ruolo paterno, anche all’interno della cosiddetta famiglia tradizionale. Secondo Save the children, negli ultimi 10 anni il tasso di utilizzo del congedo di paternità di 10 giorni è aumentato del 38%, passando dal 19,23% del 2013, l’anno successivo alla sua tardiva introduzione, al 57,6% del 2021. Un dato che rende evidente l’urgenza di estendere e parificare il congedo di paternità a quello di maternità — anche e soprattutto per diminuire le disuguaglianze di genere nell’occupazione — una proposta recentemente rilanciata da Elly Schlein.

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