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Dalla circolare del ministero dell’Istruzione che paragona le vittime delle foibe a quelle della Shoah, agli attacchi contro lo storico Eric Gobetti: il revisionismo sulle foibe è sempre più diffuso e accettato nel dibattito pubblico

Come ogni anno, la ricorrenza del “giorno del ricordo” non si dimostra utile per diffondere una migliore conoscenza dei fatti avvenuti sul confine orientale italiano tra il ventennio fascista e la fine della Seconda guerra mondiale, ma impone con sempre più forza il sottotesto revisionista alla base della giornata stessa. L’equiparazione tra le vittime delle foibe e gli ebrei sterminati nella Shoah è stata esplicitata ieri da una circolare inviata alle scuole dal capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Stefano Versari, secondo cui “la ‘categoria’ umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella italiana. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla ‘categoria’ degli ebrei.” Dopo le polemiche, lo stesso Bianchi ha dovuto rettificare: non ha detto, però, che si tratta di un paragone storico insostenibile, ma solo che è “un errore paragonare tragedie” perché “ogni dramma ha la sua unicità.” Non risultano conseguenze nei confronti di Versari, e la circolare intanto era già stata inviata a tutte le scuole.

Contemporaneamente, a Verona, lo storico Eric Gobetti è stato costretto ad annullare un incontro con le scuole perché il comune — a poche ore dall’evento — voleva imporre un “contraddittorio,” accusando Gobetti di “giustificazionismo o negazionismo.” Gobetti da tempo è impegnato a smontare le narrazioni neofasciste e nazionaliste che circondano le foibe — a cui ha dedicato un libro uscito per Laterza — e per questo è spesso oggetto di attacchi da parte della destra. D’altronde, il comune di Verona non ha avuto nessun problema ad autorizzare una manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia insieme ai neonazisti del Veneto Fronte Skinheads, proprio per commemorare i “martiri delle foibe,” e a patrocinare un concorso scolastico dedicato al gerarca fascista Fulvio Balisti sul tema “Amor di Patria.” Sempre a Verona, un uomo è stato aggredito per aver difeso una donna che stava strappando alcuni manifesti neofascisti.

Secondo Mario Draghi, che è intervenuto in Senato durante la commemorazione ufficiale della giornata, la storia delle foibe costituisce un avvertimento “quanto mai attuale del pericolo rappresentato dai totalitarismi e dalla violenza politica” — riferendosi ovviamente al “regime comunista” di Tito, non certo al ventennio fascista. Mattarella ha invece ricordato, perlomeno, “la sciagurata guerra voluta dal fascismo e l’occupazione nazista,” che furono seguite da “ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie.”

È praticamente impossibile, però, depurare il giorno del ricordo dalle narrazioni revisioniste che l’hanno inquinato fin dalla sua istituzione, voluta dal governo Berlusconi. “Fino a qualche tempo fa i morti delle foibe erano considerati di serie B,” ha detto Salvini, suggerendo che possano essere equiparati alle vittime del nazifascismo. Come scrive lo storico Davide Conti sul manifestoil giorno del ricordo serve soprattutto per dimenticare l’italianizzazione forzata della Jugoslavia e i massacri compiuti dal regime fascista in quelle terre, che non entrano a far parte della memoria che si vorrebbe “condivisa” su quel periodo storico.

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