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L’album di figurine — pardon, di “figu” — è solo l’ultima di una lunga serie di trovate assurde della politica locale italiana. Vi ricordate Virginia Raggi centuriona?

Le amministrative sono sempre un’ottima occasione per spin doctor ed esperti di comunicazione di dare fondo al proprio lato trash. Ne è la prova il fotomontaggio di Virginia Raggi gladiatrice — o forse più “centuriona” — che circola in questi giorni anche nella versione più millennial  e gen Z che la vede come Lady Isabel/dea Athena dei Cavalieri dello zodiaco.

 

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A Milano, dopo il 2011, però, con la memorabile sfida a colpi di concerti tra Pisapia e Moratti – Pisapia con gli Afterhours e Moratti con Bryan Ferry dei Roxy Music e la polemica sul forfait in grande stile di Gigi D’Alessio – le campagne amministrative sembravano aver perso un po’ di ispirazione. 

Finché qualcuno non ha pensato di coinvolgere un segmento della popolazione di solito (comprensibilmente) trascurato dalla propaganda politica: i bambini. 

È il caso della nuova operazione nostalgia del PD milanese: l’album di figurine dell’assessore all’Urbanistica, verde e agricoltura Pierfrancesco Maran, o meglio: “Scopri i progetti del futuro di Milano con le Figu (sic) di Maran”. Ma c’è un precedente: il fumetto sulla Super Sindaca Vigilessa Virginia Raggi — sì, ancora lei) che combatte il degrado di Roma a suon di superpoteri e integrità pentastellata.

Era il 2019 e Roma era una sorta di città post apocalittica invasa dalla spazzatura, con gli autobus che prendevano fuoco e la metro costretta a chiudere per guasti alle scale mobili. Ma niente paura. Come si dice in questi casi: c’è un nuovo eroe in città. È la sindaca Raggi, in realtà eletta già da tre anni. È vestita da vigilessa, con dei cuori appuntati in giro a rappresentare il “cuore della città”, che Raggi custodisce con cura, salvo poi affidarlo a una bambina a caso, chissà perché. Dagli occhi spara scosse elettriche con cui fulmina i venditori ambulanti.

Il fumetto non aveva uno scopo strettamente elettorale: era stato distribuito nelle circa 850 scuole elementari e medie di Roma per “accompagnare il nuovo Regolamento di polizia urbana.” La tiratura era stata impressionante: 300.000 esemplari per 16 centesimi a copia, per una spesa complessiva di circa 50mila euro Iva inclusa. E a chi aveva fatto notare che quei soldi potevano essere spesi meglio Raggi aveva risposto che in passato “50mila euro era il prezzo medio di una tangente”. Quindi c’era poco da lamentarsi se venivano utilizzati per educare i ragazzi al senso civico con vignette della sindaca a braccia conserte mentre guarda accigliata un writer (si capisce che è poco raccomandabile perché ha i tatuaggi sulla faccia), beccato a imbrattare la Bocca della Verità.

Per la cronaca, dopo solo un mese l’autore dei disegni è stato invitato a sospendere la sua collaborazione gratuita con Roma capitale a causa di una certa vignetta che paragonava l’Unione Europea ad Auschwitz.

Tornando alle amministrative 2021, ci accorgiamo che l’idea di creare propaganda “per tutta la famiglia” ha fatto scuola perché Pierfrancesco Maran, assessore del comune di Milano con deleghe all’urbanistica, verde e agricoltura, ha messo a disposizione dei cittadini un album di figurine dedicato a lui e ai progetti urbanistici in cantiere per la Milano futura. Tutto l’album è puntellato da continui banner che ricordano ai genitori distratti come votare e per chi, mentre la grafica è un ibrido tra libro delle vacanze con inserti cartoon e raccolta punti del supermercato, con fotografie poco ambiziose di paesaggi  urbani al posto dei prodotti.

Se vi state chiedendo come trovare le figurine, ho una buona notizia e una cattiva, che in realtà sono la stessa: sono tutte in allegato a inizio album. Il che permette di evitare la frustrazione dei doppioni ma allo stesso tempo vanifica del tutto il concetto di collezione.

Le “figu” sono soprattutto scorci urbani di persone in bicicletta. Non manca però il dettaglio di un cartello “Area C”, qualche immagine di bimbi che giocano e due cani che si guardano da uno scivolo per cani. Ma la migliore raffigura Maran mentre esercita la sua delega all’agricoltura piegato con una vanga in mano, che si staglia sullo sfondo bucolico fino quasi a uscire dai bordi della figurina.

Se Virginia Raggi ama comparire nei panni di centuriona e supereroina, il Maran versione cartoon, più modestamente, si limita a interpretare se stesso: un assessore in bicicletta ma con i tratti infantili e rassicuranti degli avatar cartoonish del 2013.

La doppia pagina “Muoversi in città” è introdotta da Maran cartoon che noleggia un monopattino in preda a forsennato entusiasmo. La didascalia principale lascia perplessi: “15 minuti a piedi o in bicicletta è la distanza ideale per raggiungere tutti i servizi a partire da scuola o da casa”. Buono a sapersi. E se qualcuno ci mette di più? Io abito a un’ora da tutto e non capisco come questa massima dovrebbe aiutarmi — o aiutare i bambini  destinatari del progetto che abitano in periferia.

La sezione “Città delle Olimpiadi” è ovviamente dedicata allo sport: calcetto, basket, ping pong. È qui che va incollata la Figu dei due cani sullo scivolo: perché a Milano fanno sport “anche i nostri amici a 4 zampe”. Il Maran cartoonato in tenuta da sci è il più ammiccante e sbarazzino dell’intero alb

Il ping pong ritorna prepotentemente anche alla voce “La città per le persone” con il Maran a fumetti che brandisce un racchetta e fa rimbalzare la pallina con aria seducente, come se volesse sfidare il lettore a una partitina. Questa è la parte dedicata alla riqualificazione dei quartieri, un tema che ritorna più volte nell’album come nella campagna dell’assessore. Stupisce leggere tra i progetti in cantiere anche la riqualificazione dell’ex Macello come polo universitario. Verrebbe da pensare che lo sgombero di Macao avvenuto in questi giorni non sia stato esattamente improvvisato.

Il tutto si chiude con una pagina bianca che invita a disegnare “la tua Milano”, con la riproduzione della scheda elettorale e le fototessere cartoonizzate di Maran e Beppe Sala — che in questa versione assomiglia moltissimo a Corrado Augias ai tempi di Telefono Giallo.

L’utilizzo dei fumetti in campagna elettorale, comunque, non è una novità. Già nel 2013 Ingroia per i suoi manifesti di Rivoluzione Civile aveva scomodato un po’ tutti: dalla Cosa dei Fantastici 4 a Brontolo di Biancaneve (60 anni, minatore); da Kenshiro che difende l’articolo 18 al nonno di Heidi no tav.

E all’estero? Negli Stati Uniti l’era del fumetto propagandistico si è conclusa da un po’ per lasciare il passo ai meme. Per alcuni anni però la formula della biografia politica a fumetti è andata forte, come la serie Female Force, dedicata alle donne di potere negli Stati Uniti – le più vendute: Hillary Clinton e Sarah Palin – seguita dalla versione maschile Political Power, con le biografie di Colin Powell, Joe Biden, Ronald Reagan e Ted Kennedy. Ma la vetta è raggiunta nel 2009 con Barack the Barbarian, miniserie nella quale il neo presidente Obama interpreta un super muscoloso Conan in perizoma succinto, intento a combattere il malvagio Boosh, Signore del Regno dell’Elefante. 

Qui in Italia il fumetto elettorale ha proporzioni decisamente più contenute e meno magniloquenti, considerando che l’operazione più ambiziosa è stata forse il sodalizio Prodi-Altan del 2006: anche in questo caso un album di figurine, dall’arguto titolo “Avanti, miei Prodi.”

Negli ultimi anni invece il filone sembra orientato versola scelta di rivolgersi a un pubblico che non può votare. Conquistare i più piccoli per arrivare ai genitori? C’è motivo di rimpiangere gli inni degli anni zero e dieci, che ci hanno regalato questa coraggiosa e spregiudicata operazione organizzata proprio dal PD milanese per per le elezioni 2008, in cui tutti cantano “I am Pd” sulle note di Ymca dei Village People. Se guardate bene c’è anche Maran. 

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