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in copertina: foto Marco P. Valli / Cesura

Atlas è il nostro spazio dedicato all’immagine e alla fotografia contemporanee. Raccontiamo nuovi progetti – in corso, in via di pubblicazione o appena usciti – attraverso una selezione di immagini e contributi degli autori, con un occhio di riguardo a editoria indipendente e autoproduzioni

Nove fotografi raccontano Rimini e la sua provincia in una mostra collettiva che celebra la Riviera Romagnola ma ne ribalta gli stereotipi

Abbiamo parlato con i fotografi e gli organizzatori di Photobuster Rimini, una residenza artistica ospitata dalla città capitale della Riviera Romagnola: il 10 settembre scorso quattro fotografi di Cesura (alcuni dei quali già raccontati in passato su questa rubrica: Giorgio Salimeni, Marco P. Valli, Chiara Fossati e Alessandro Zoboli), affiancati da cinque fotografi locali selezionati dal collettivo tramite un’open call (Marco Trinchillo, Federico Tabanelli, Martina Censi, Christian Nosel, Alex Garelli), hanno iniziato a fotografare la città di Rimini e la sua provincia. Hanno lavorato a serie individuali che diventeranno parte di una mostra collettiva.

foto: Marco Trinchillo

Photobuster Rimini: di che si tratta?

Cesura: Photobuster è un progetto culturale di residenza fotografica e di ricerca urbana proposto da Cesura in diverse città, in Italia e all’estero, nato con l’intento di documentare il territorio da un punto di vista autoriale e indipendente. Un gruppo di fotografi concentra la propria ricerca fotografica in un luogo specifico, producendo ed esponendo il lavoro creato durante i giorni di residenza attraverso una mostra in loco. Photobuster si occupa anche di interagire ed entrare nel tessuto sociale locale, attraverso il coinvolgimento di persone e realtà del luogo.

Da qui nasce la collaborazione con sarà. che ha voluto offrire a Rimini un progetto fotografico innovativo, che indagasse e scoprisse i germogli di cambiamento della città. Per questo nel lavoro di ricerca e indagine dei fotografi di CESURA – che ha previsto workshop e momenti di editing aperti al pubblico, presentazioni di libri fotografici (come Puglia Cruda di Piero Percoco e Scalandrê di Marco Zanella) – sono stati coinvolti fotografi riminesi cui è stata data possibilità di confrontarsi con il collettivo e di produrre attivamente materiale per la mostra finale.

foto: Chiara Fossati / Cesura
foto: Martina Censi

Rimini è sempre stata tra gli stereotipi più forti della Riviera. Cosa è cambiato?

Sarà. : Rimini è in continua mutazione: da luogo a vocazione prettamente balneare e di divertimento diffuso si sta trasformando in una città d’arte che vuole valorizzare il patrimonio storico, culturale e umano locale, senza tradire le sue radici. La collaborazione tra sarà. e CESURA nasce dalla volontà di condividere questa visione con i cittadini affinché, coscienti del cambiamento in atto, possano prendervi parte ed essere i primi a guardare e raccontare la città con uno sguardo nuovo. La candidatura di Rimini a Capitale italiana della Cultura 2024 è un ulteriore passo avanti verso una rinnovata direzione della città. Abbiamo voluto dare il nostro contributo in questa sfida, ospitando arte, scatti e condivisione per raccontare la Rimini che c’è ma non si vede ancora. 

foto: Giorgio Salimeni
foto: Christian Nosel

Ma da dove arriva il termine Photobuster?

Cesura: Photobuster era il nome provvisorio che avevamo dato al progetto diversi anni fa, ma è rimasto poi quello definitivo. Il riferimento è chiaramente a Ghostbusters, ma l’idea del progetto prendeva spunto in realtà dal cinematografo ambulante di inizio Novecento, quando il cinema non esisteva ma arrivava nelle piazze dei comuni italiani con una sorta di carretto con tutto il necessario per la proiezione. Si annunciava che era arrivato il cinema in città e le persone si recavano in piazza per vedere i film. Allo stesso modo a noi, un gruppo di fotografi, affascinava l’idea di arrivare in una città con un camioncino pieno di tutte le attrezzature necessarie per pensare, scattare, produrre e allestire una mostra in loco, collaborando con gli enti e il tessuto sociale locali, trascorrendo un periodo lì di circa due settimane con questo scopo. Alla fine di tutto, i fotografi e il camioncino di tanto in tanto si spostano, e ripetono tutto nella città successiva. Non è un viaggio che, come sarebbe meraviglioso, viene fatto di tappa in tappa in modo continuativo perché è molto complicato, ma lo spirito rimane quello: uno sguardo collettivo nomade che arrivi in un luogo, lo viva, lo racconti, con l’obiettivo titanico – per ora siamo alla quinta tappa – di arrivare un giorno a una narrazione per quanto possibile comprensiva della realtà italiana.  

foto: Federico Tabanelli
foto: Alex Garelli

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clip da video di Alex Zoboli / Cesura. Soundtrack Yed Viganò


La mostra collettiva ​​sarà inaugurata sabato 25 settembre alle ore 18.00 presso l’Ala Nuova del Museo della Città di Rimini e resterà aperta fino al 25 ottobre.