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Si sa ancora molto poco dei possibili effetti collaterali dei vaccini contro il Covid–19 sul ciclo mestruale, perché sono pochi gli studi clinici che hanno incluso il sesso come variabile

I vaccini sono la principale arma della sanità mondiale per cercare di porre fine alla pandemia. Finora sono state somministrate più di tre miliardi di dosi (anche se, come scrivevamo nei giorni scorsi, iniquamente). In un clima estremamente polarizzato, in cui i governi hanno usato spesso metafore dal mondo militare e in cui le persone continuano a morire di Covid-19, è stato molto difficile fermarsi, e parlare francamente, degli aspetti più delicati della campagna vaccinale e dei vaccini stessi. Nonostante i vaccini funzionino e generalmente i benefici superino i possibili effetti collaterali, AstraZeneca è stato messo in correlazione con dei casi gravi di coaguli del sangue, mentre Israele ha aggiunto recentemente una rara infiammazione cardiaca ai possibili effetti collaterali dei vaccini Pfizer e Moderna. 

Ma al di là del clima mediatico di questa congiuntura storica, le sperimentazioni sui vaccini contro il Covid-19 scontano anche alcuni bias del sostrato precedente, tra cui la lente prettamente maschile con cui vengono condotte le ricerche. Secondo Nature Communications, solo il 4% dei 4.420 studi sul Covid-19 pubblicati nel 2020 prendeva in considerazione il sesso biologico come una delle variabili da tenere in considerazione negli studi, finendo per modellare le sperimentazioni sul sesso biologico maschile. Come spiegava Gabrielle Jackson nel 2019, la ricerca farmacologica ha sempre trascurato il sesso femminile. Il risultato è che “sappiamo meno di ogni aspetto della biologia femminile, rispetto a quella maschile.” I vaccini sviluppati contro il Covid-19 non fanno eccezione, gli effetti collaterali sui corpi femminili sono indagati molto meno di quelli su corpi maschili, in una generale mancanza di considerazione per qualunque condizione particolare legata al Covid-19 (che, invece, come ogni malattia avrebbe bisogno di diagnosi e terapie su misura per ogni individuo).

Da quando è iniziata la campagna vaccinale, molte persone hanno lamentato delle alterazioni al ciclo mestruale, l’agenzia del farmaco britannica ha ricevuto oltre 13 mila segnalazioni in proposito. Su Twitter la professoressa associata della University of Illinois Kate Clancy ha prima lanciato l’allarme “ho fatto la prima dose di Moderna da una settimana, il ciclo mi è arrivato un giorno prima e sto zampillando come se avessi vent’anni” per poi promuovere un questionario che approfondisca la correlazione tra le dosi dei vaccini e le alterazioni del ciclo mestruale come possibile effetto collaterale. Lo scopo è di raccogliere quei dati che vengono trascurati dalle sperimentazioni ufficiali e provare a fare pressione per cambiare il modello maschile secondo cui vengono condotti i test. 

Se avete un ciclo mestruale, l’avete avuto in passato, avete più di 18 anni e avete ricevuto almeno una dose di qualsiasi vaccino contro il Covid-19 potete compilare il questionario e aiutare a comprendere più a fondo i possibili effetti collaterali delle vaccinazioni. Il sondaggio chiede informazioni sulla vostra vaccinazione e il vostro ciclo cerca di raccogliere il maggior numero di dati possibile. È importante partecipare anche se non si sono registrate variazioni o eventi degni di nota.

Compila qui il questionario Menstrual experiences with COVID-19 vaccines della professoressa Kate Clancy


In copertina: foto CC-BY 2.0 NIAID