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in copertina, una tendopoli di sfollati vicino al confine con la Turchia, foto via Twitter

Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

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La crisi umanitaria causata dai bombardamenti russi e dall’avanzamento delle truppe di Assad nel governatorato di Idlib sta raggiungendo livelli inimmaginabili: gli sfollati che hanno lasciato le proprie case per fuggire dalle bombe non riescono a trovare più rifugio da nessuna parte, perché tutte le strutture, anche quelle emergenziali e più improvvisate, sono strapiene. Linah Alsaafin raccoglie la testimonianza di Nizar Hamadi, che racconta della morte della famiglia di suo fratello. Mustafa Hamadi, sua moglie e due bambini sono morti intossicati da monossido di carbonio, quando hanno portato un piccola caldaia a gas dentro la tenda in cui stavano dormendo, per scaldarsi nelle fredde notti invernali — in questo periodo le temperature possono scendere anche nove gradi sotto lo zero. Secondo i dati ONU almeno il 12% degli sfollati, 900 mila in totale dallo scorso dicembre, sono ancora alla ricerca di un posto dove stare. (Al Jazeera / ReliefWeb)

Tantissimi di loro si stanno ammassando lungo il confine con la Turchia, nella speranza di riuscire a chiedere rifugio nel paese. Ma l’amministrazione turca non sembra avere intenzione di accogliere nemmeno un altro rifugiato siriano. Le strutture di “accoglienza” già esistenti sono piene, e non c’è nessun progetto per costruirne di nuove. Secondo un recente sondaggio dell’università Kadir Has di Istanbul i livelli di razzismo contro i rifugiati siriani sono altissimi, con il 60% degli intervistati “scontenti” della loro presenza in Turchia. (Middle East Eye / Khas edu)

Lunedì Assad è apparso in televisione — un evento raro — per annunciare che i militari del governo avevano preso il controllo di dozzine di villaggi a nord-ovest di Aleppo. Nelle ultime settimane le forze del regime, grazie ai bombardamenti russi e al sostegno dell’Iran, hanno conquistato le autostrade M4 e M5, che collegano Aleppo a Damasco e alla città costiera di Latakia. Le forze governative erano tornate a occupare Aleppo nel 2016. Prima della guerra, secondo stime citate da Associated Press sull’autostrada M5 transitavano merci per un valore quotidiano di 25 milioni di dollari. (Arab News / Associated Press, via il Post)

Continuano intanto i bombardamenti russi, che fanno da apripista all’avanzata delle truppe di Assad. Le forze di Mosca hanno distrutto gli ultimi due ospedali attivi nella zona a ovest di Aleppo. Harun al-Aswad ha parlato con un attivista che ha descritto come i jet russi abbiano colpito specificamente gli ospedali: il primo era specializzato in chirurgia, il secondo in ginecologia e pediatria, e garantiva supporto medico a più di 300 mila persone. (Middle East Eye)

Un annuncio inusuale del ministero della Difesa turco getta ulteriori dubbi sul futuro dell’area. Hulusi Akar ha dichiarato che la Turchia invierà “ulteriori truppe” per “mantenere e mettere in sicurezza il cessate il fuoco.” Gli ordini dei militari saranno di usare la forza contro chiunque infranga il cessate il fuoco, “comprese le frange radicali.” In assenza di forze ribelli e con una presenza militare turca massiccia — da inizio febbraio la Turchia ha inviato in Siria più di 2000 veicoli e 6500 soldati — il rischio di uno scontro diretto tra le forze di Ankara e Damasco non è mai stato così alto. (Al–Monitor)

È impossibile prevedere come si consumerà lo scontro nel governatorato nei prossimi giorni. Marawan Kabalan prova a tracciare tre possibili scenari — la riconferma della precedente area di de–escalation, un accordo sul nuovo status quo, e uno scontro più o meno diretto tra forze turche e forze russe. La variabile più importante tra questi scenari non è però la Turchia: sono gli Stati Uniti. Finora da Washington sono arrivate dichiarazioni di supporto al proprio alleato, ma non ci sono segnali di un impegno più concreto sul fronte di Idlib. (Al Jazeera)

Intanto, l’Unione europea ha imposto nuove sanzioni contro otto uomini d’affari e due “entità” — aziende o organizzazioni — che stanno sostenendo il regime di Bashar al–Assad. Le sanzioni mirano a colpire chi ha lucrato sul conflitto nella regione, dal contrabbando al riciclaggio di denaro. Dall’inizio della guerra l’Unione europea ha imposto sanzioni contro 278 persone e 71 entità. (Al–Araby Al–Jadeed)

E anche oggi i decreti sicurezza si modificano domani

Che sorpresa: sulle modifiche ai decreti sicurezza il governo non è ancora riuscito a raggiungere un accordo. Dopo una riunione di maggioranza durata tre ore è stato tutto rinviato, a quanto pare per l’opposizione del Movimento 5 Stelle a un’estensione dei permessi umanitari. Secondo Vito Crimi, “tornare indietro vanificherebbe i positivi risultati ottenuti.” (la Repubblica / il Fatto Quotidiano)

Probabilmente si andrà verso una “separazione” dei due ambiti, sicurezza e immigrazione. Incerto l’esito della trattativa sugli altri temi posti sul tavolo, a partire dal “memorandum” con la Libia, di cui Leu vorrebbe l’abolizione. (Ala News)

Ma quali sono i “risultati positivi” di cui parla Vito Crimi? Forse la distruzione del sistema d’accoglienza, con una riduzione drastica dei fondi che rende impossibile garantire servizi adeguati e favorisce solo gli operatori più grandi? Secondo ActionAid, nemmeno l’aumento del 10% deciso recentemente dal Viminale per rialzare le basi d’asta è sufficiente a riparare questi danni. L’effetto, infatti, è minimo e incide solo sui costi d’affitto. Al contrario, “la circolare apre a grandi gestori e all’immissione di capitali esteri. Spinge sugli oligopoli, sulle multinazionali del sociale, sui grandi centri che possono fare economia di scala.” (il Fatto Quotidiano)

Intanto, Alarm Phone ha denunciato ieri la presenza di un’imbarcazione in pericolo al largo della Libia, con 87 persone a bordo. Poche ore dopo, i naufraghi sono stati intercettati e riportati indietro dalla cosiddetta Guardia costiera libica. (Twitter)

È difficile pensare che nel Mediterraneo centrale la situazione migliori: l’Unione europea, infatti, ha definitivamente posto termine alla missione Sophia, che sarà sostituita da una nuova missione finalizzata unicamente a verificare il rispetto dell’embargo sulle armi alla Libia. L’Italia, insieme a Austria e Ungheria, è stata determinante: Di Maio, al termine della riunione, si è detto soddisfatto per l’introduzione ufficiale del concetto di “pull factor,” ovvero l’idea che la presenza di navi militari europee nel Mediterraneo possa essere un fattore di attrazione per i migranti. (Euronews / il Fatto Quotidiano)

La missione Sophia, finalizzata al contrasto al “traffico di esseri umani” ma che, per effetto collaterale, finiva per pattugliare con operazioni di ricerca e soccorso i mari a nord della Libia, era di fatto congelata da quasi un anno. Con la sua definitiva archiviazione, i governi europei confermano di non avere nessuna intenzione di salvare vite umane sulla frontiera più mortale al mondo. (Vita, 27/03/2019 / il manifesto)

Mondo

Non abbiamo il diritto di sprecare questa occasione.” Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha espresso il proprio supporto per i passi avanti nel processo di pace tra Stati Uniti e Talebani. Parlando ad un summit a Islamabad Guterres ha chiesto alla comunità internazionale di fare “tutto il possibile” per garantire la pace in Afghanistan. Dal 2001 la guerra statunitense è costata la vita a decine di migliaia di persone. (Al Jazeera)

Uno studio basato su più di 70 mila casi di nuovo coronavirus descrive come l’epidemia sarebbe in declino. Ma è troppo presto per festeggiare: fuori dalle zone di quarantena completa, nel resto della Cina si è tornati a lavorare dopo le vacanze prolungate per il nuovo anno lunare, per cui le occasioni di contagio sono maggiori. Il direttore dell’OMS Ghebreyesus ha dichiarato che è importante rimanere cauti, e che è troppo presto per confermare se l’epidemia è davvero in declino. Nel corso della giornata di ieri sono stati rilevati 1886 casi di Covid–19, 98 persone sono morte, e 1701 sono state dimesse perché guarite. (South China Morning Post)

Il voto in Nevada si avvicina, e Buttigieg e Klobuchar non stanno guadagnando consenso — la seconda, in particolare, rischia di vedere i propri numeri drasticamente al ribasso, il Nevada è il primo stato che vota con una componente latino rilevante nell’elettorato, che è rimasta scossa da un video che mostrava come la candidata evidentemente non conoscesse chi fosse il presidente del Messico. Con i moderati del partito in crisi d’identità è sempre più probabile che lo “scontro finale” sarà tra Sanders e Bloomberg. (POLITICO)

Francia. Lo scontro sulla riforma delle pensioni si è spostato dalle strade al parlamento: il governo Macron si è rifiutato categoricamente di ritirare la legge, ma le opposizioni hanno presentato 41 mila emendamenti al testo. Il partito di Macron contava che il passaggio in parlamento per la riforma sarebbe finito in tempo per le elezioni municipali del mese prossimo — una soluzione, spinta da diversi parlamentari del LREM, sarebbe quella del decreto esecutivo, ma il governo, che ha già ignorato le proteste di massa dei mesi scorsi, verrebbe criticato aspramente. (France 24)

Il Primo ministro spagnolo Sánchez ha incontrato il leader del Partito popolare Casado per cercare di trovare un compromesso bipartisan per avviare riforme a diverse istituzioni spagnole, tra cui la Corte costituzionale. L’incontro è andato male: Casado ha chiesto a Sánchez di fare inversione di marcia su quasi tutte le proprie iniziative, in primis sul dialogo con i leader catalani. (El País)

Gif di Giphy Studios

Italia

Migliaia di persone hanno partecipato ieri al corteo organizzato dagli studenti dell’università di Bologna per chiedere la liberazione di Patrick Zaki. “Sono contento che ci siano tutti questi cittadini,” ha detto il sindaco Virginio Merola, presente al corteo. “È importante essere qui. Siamo una città dove l’università è nata prima, chi studia con noi non è ospite ma un cittadino.” (il Resto del Carlino)

In attesa dell’incontro di giovedì al Ministero dei Trasporti, continua la mobilitazione dei lavoratori di Air Italy, che per oggi hanno organizzato un sit-in davanti al consiglio regionale sardo, a Cagliari, mentre continuano i presìdi permanenti negli aeroporti di Olbia e Malpensa. Per il 25 febbraio è stato indetto uno sciopero nazionale del trasporto aereo. (AGI)

“Ora la compagnia aerea ce la facciamo noi” è il nome di un gruppo Facebook nato in Sardegna con l’obiettivo ambizioso di selezionare un nuovo gruppo dirigente a cui affidare una compagnia aerea che garantisca i collegamenti tra l’isola e il “continente.” Al momento conta già più di 50 mila iscritti. (Facebook)

Renzi ha fatto un viaggio in Pakistan ma neanche da lì ha colto l’occasione di stare in silenzio, ed è tornato a fare polemica sulla durata del governo. Se cade il Conte bis — ha scritto in una delle sue “Enews” — non ci saranno elezioni ma un nuovo governo. Sull’ipotesi che alcuni senatori di Italia Viva lo abbandonino per garantire la tenuta della maggioranza si dice ottimista: “Conosco i senatori di Iv e non ne vedo dieci pronti ad andarsene (per adesso non ne vedo nemmeno uno).” (Corriere della Sera)

Milano

Com’era? Se i ricchi sono sempre più ricchi, anche i poveri si arricchiranno? A guardare il mercato immobiliare cittadino non si direbbe: in alcune zone del centro i prezzi delle case di lusso possono arrivare anche a 14.000 euro al metro quadro, e trascinano con loro anche gli affitti e i prezzi destinati ai comuni mortali — i cui stipendi, però, ristagnano, generando una sofferenza sociale sempre più acuta. (la Repubblica Milano)

Questo inverno la città sta soffrendo in modo particolare l’inquinamento. Domenica 16 febbraio è stato bruciato l’ultimo dei 35 “giorni bonus” annuali, in cui è possibile sforare oltre la soglia legale di polveri sottili nell’aria. Negli ultimi 10 anni era stato sforato più in fretta solo nel 2011. (Milano Today)

Crisi climatica

Il caldo in Nuova Zelanda ha letteralmente cotto fino alla morte centinaia di migliaia di cozze, che sono state ritrovate su una spiaggia. L’ecosistema marino sta subendo in maniera particolarmente violenta l’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici. (the Guardian)

Cult

C’è stata un’importante scoperta archeologica al Foro Romano, annunciata dal Parco archeologico del Colosseo: è emerso un sarcofago con altare dedicato probabilmente al culto di Romolo, lungo 1,40 metri e risalente al VI secolo a.C. La scoperta confermerebbe la presenza, ipotizzata già agli inizi del Novecento, di un santuario monumentale dedicato a Romolo a pochi metri dal cosiddetto Lapis Niger e dal Comitium. (Artribune)

Oh no, come faremo ad usare i nostri telefoni che si sbloccano con il riconoscimento facciale se dobbiamo usare mascherine anti–germi? È la domanda che si deve essere fatta Danielle Baskin quando ha lanciato Face ID Masks, un servizio che vende mascherine con stampata sopra la vostra faccia. (Face ID Masks, via Boing Boing)

Cosa fate oggi? No, non lavorate: guardate questo video di quasi due ore in cui Jenny Nicholson interpreta e commenta lo script di Colin Trevorrow per Episodio IX. (YouTube)

Gif via Mashable

Fondo del barile

Qualcuno forse ha provato a spiare il ministro Di Maio facendo volare un drone per dieci minuti nel cortile della sua abitazione romana, verso le tre di notte tra il 10 e l’11 febbraio, quando Di Maio era in missione nei Balcani. Sul caso è stata aperta un’inchiesta — anche perché sui cieli attorno al suo appartamento vige una no fly zone. (la Repubblica)

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