10603834_10152459178383155_2997060840779910104_o

in copertina, un fronte unico dal Veneto alla Crimea, foto (2014) di Matteo Salvini, via Facebook

La procura di Milano ha aperto già da febbraio un’inchiesta sulla trattativa segreta tra la Lega e il Cremlino. E secondo l’articolo 246 del Codice penale non servirebbe ricevere denaro, ma basterebbe la promessa.

Questa mattina la procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulla trattativa segreta tra la Lega e gli uomini di Putin, svelata a febbraio da un’inchiesta di Stefano Vergine e Giovanni Tizian pubblicata sull’Espresso e di fatto controprovata dallo scoop di Alberto Nardelli su BuzzFeed News. La testata americana ha messo le mani su una registrazione che cattura la voce Gianluca Savoini, fondatore dell’Associazione Lombardia—Russia, uomo di fiducia di Salvini per le questioni che riguardano quel paese, mentre discute di come aggirare le norme anti–riciclaggio per permettere alla Russia di finanziare il partito di Salvini, descritto come il “Trump europeo.”

Il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta del dipartimento reati economici transnazionali hanno ipotizzato il reato di corruzione internazionale e avevano aperto il fascicolo già lo scorso febbraio, scrive la Stampa.

Il meccanismo, ipotizzato nella registrazione, prevedeva la creazione di un fondo nero da 58 milioni di euro attraverso la vendita di carburante, tramite una serie di intermediari, a ENI. Sia Salvini che ENI smentiscono tutto, e Salvini e Savoini, ovviamente, minacciano querele. Ma il pezzo di BuzzFeed News non scrive da nessuna parte che i soldi siano arrivati effettivamente a destinazione. E non è necessariamente questo il punto.

Oltre all’ipotesi di reato per corruzione internazionale avanzata dalla procura di Milano, in moltissimi su Twitter sottolineano che secondo l’articolo 246 del Codice penale, la Lega può anche non aver “mai preso un rublo,” ma la registrazione di BuzzFeed News ritrarrebbe comunque un comportamento criminale. Riportiamo il testo dell’articolo, enfasi nostra:

Il cittadino, che, anche indirettamente, riceve o si fa promettere dallo straniero, per sé o per altri, denaro o qualsiasi utilità, o soltanto ne accetta la promessa, al fine di compiere atti contrari agli interessi nazionali, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da cinquecentosedici euro a duemilasessantacinque euro.

Alla stessa pena soggiace lo straniero che dà o promette il denaro o l’utilità.

La pena è aumentata:
1) se il fatto è commesso in tempo di guerra;
2) se il denaro o l’utilità sono dati o promessi per una propaganda col mezzo della stampa.

In particolare, sottolinea il Brocardi, nella annessa spiegazione all’articolo:

Per la configurabilità della fattispecie in esame è infatti sufficiente che il cittadino riceva o si faccia promettere dallo straniero denaro od altra utilità al fine di compiere atti contrari agli interessi nazionali, indipendentemente dall’effettivo compimento di tali atti.

Il delitto si consuma nel momento in cui il cittadino accetta la promessa di denaro o altre utilità al fine di compiere atti contrari all’interesse nazionale.

Se avete avuto la disgrazia di stare su internet in Italia negli ultimi anni, è possibile che abbiate già sentito parlare dell’articolo 246 c.p. — è un dei preferiti dell’estrema destra italiana, e da anni è tirato in ballo per giustificare la completa mancanza di prove dietro le teorie del complotto sui finanziamenti sospetti a, a vostra scelta, le ONG, Emma Bonino, gli UFO. Questa volta, però, non è una teoria del complotto.