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MammaFotogramma è uno studio creativo multimediale milanese che, al Fuorisalone di quest’anno, collabora con lo studio di design Cassina al polo espositivo della Fondazione Feltrinelli, fornendo il proprio contributo aggiungendo al design di interni alcune esperienze interattive e 3D.

Quest’anno lo studio Cassina compie novant’anni e MammaFotogramma ha curato ogni aspetto per quanto riguarda l’interazione del pubblico con gli oggetti di design, basandosi su This Will be the Place, un libro di Felix Burrichter edito da Rizzoli per questo anniversario. Burrichter si propone di capire i comportamenti sociali contemporanei e il loro possibile impatto sul design degli interni. MammaFotogramma ha cercato di aiutare lo studio Cassina a mettere in atto qualche soluzione per unire i suoi novant’anni di design al futuro.

La prima parte del lavoro di MammaFotogramma, caratterizzata dalle tinte rosa, vuole integrare la realtà virtuale nella dimensione quotidiana.

“Il visitatore si relaziona ai prodotti Cassina tramite esperienze interattive inaspettate, coinvolgenti ed ironiche.”

In una camera allestita con mobili Cassina, per esempio, MammaFotogramma si è occupata di installare una sveglia dentro il muro, oppure – in una cucina – un tavolo la cui illuminazione cambia colore a seconda di dove ci si siede.

Il percorso prosegue in una realtà parallela caratterizzata dal verde. MammaFotogramma ha realizzato dei particolari visori con cui immergersi in una realtà virtuale psichedelica, “un viaggio temporale nella storia di un ipotetico esopianeta della nostra galassia.” Questi paesaggi di psichedelia sono stati creati dall’artista visuale Ilaria Bassi.

Lo studio Cassina, per l’occasione, ha esposto non solo dei suoi prodotti nuovi, ma anche una selezione di suoi lavori degli scorsi novant’anni. Lo stile dello studio ha sempre mantenuto una linea piuttosto costante e riconoscibile nel tempo: questo ha fatto sì che oggetti di design degli anni Cinquanta possano essere accoppiati ad altri moderni senza problemi – un comodino di Wright degli anni Trenta sotto una scultura contemporanea a forma di labbra, da cui la sveglia nel muro di MammaFotogramma sembra parlare all’ospite; oppure un telefono degli anni Cinquanta a cui si può parlare sedendosi su una sedia degli anni Duemila. L’idea è – anche – quella di costruire un futuro come ce lo si immaginava nel passato, quella fantascienza che garantiva l’invenzione della macchina volante entro il 2000.