Obama_salutes

foto: Pete Souza, di dominio pubblico

Non è la prima volta che Obama non riesce a mantenere una promessa.

Nel caso specifico, parliamo del mancato ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan.

Nel 2017 il contingente americano sarebbe dovuto passare dalle 9.800 unità di oggi a 5.500, ma ieri pomeriggio il Presidente ha dichiarato che la situazione rimane precaria, e “anche se stanno migliorando, le forze di sicurezza afghane non sono ancora forti come dovrebbero. I talebani rimangono una minaccia e in alcuni casi hanno guadagnato terreno”. Per questo ha deciso di lasciare stanziati nel Paese, dalla fine del 2016, 8.400 uomini con il compito di addestrare le forze afgane e offrire supporto contro Al Qaeda e altri gruppi jihadisti.

Felice di questa decisione, Ashraf Ghani – Presidente dell’Afghanistan succeduto ad Hamid Karzai lo scorso anno – ha dimostrato il suo apprezzamento anche tramite il suo account Twitter ufficiale, in cui ha rimarcato “la collaborazione continua” tra le due nazioni “per perseguire interessi comuni”.

Lo sforzo per ritirare le truppe statunitensi dall’Afghanistan si è caratterizzato per essere incostante e tortuoso. Vediamo quindi quali sono state le tappe principali di questo percorso fallimentare.

Giugno 2011: Obama dichiara che la sicurezza dell’Afghanistan sarà unicamente responsabilità degli afghani a partire dal 2014.

Febbraio 2013: “Entro la fine dell’anno prossimo, la nostra guerra sarà finita”. Sono le parole di Obama durante il discorso sullo Stato dell’Unione.

Maggio 2014: Obama dichiara che le operazioni di combattimento cesseranno e che le truppe in Afghanistan saranno ridotte a 9.8000 uomini entro l’anno, con compiti di addestramento e counterinsurgency. Aggiunge anche che tutte le truppe americane saranno ritirate dal Paese  entro la fine del 2016, fatta eccezione per un piccolo contingente di sicurezza, “come in Iraq”.

Novembre 2015: Obama dà l’ordine di continuare le operazioni di combattimento per tutto il 2015.

Dicembre 2015: Il Segretario della Difesa Chuck Hegel scarta l’opzione di ridurre le truppe a 9.8000 uomini nel breve termine ma annuncia una futura riduzione a 5.500 uomini.

Ottobre 2015: Obama ribadisce la riduzione delle truppe a 5.500 unità.

Luglio 2016: Obama abbandona il piano di ridurre le truppe a 5.500 unità e dichiara che quando lascerà l’ufficio ci saranno ancora 8.400 uomini in Afghanistan.

Valle di Shok, Afghanistan, 2008/ Sgt David N. Gunn
Valle di Shok, Afghanistan, 2008/ Sgt David N. Gunn

La decisione di prolungare l’impegno militare nel Paese influenzerà le strategie dei candidati alla successione alla Casa Bianca, che dovranno scegliere tra una strategia di contenimento con l’obiettivo di arrivare – prima o poi – al ritiro delle truppe, oppure aumentare ulteriormente il coinvolgimento americano nella war on terror.

All’inizio del suo ufficio, Obama si è trovato impelagato in una guerra che non avrebbe mai voluto dover affrontare e quasi ironicamente passerà questa stessa patata bollente nelle mani del prossimo Presidente ‒ e possiamo solo immaginare negli incubi più feroci cosa ne farebbe Trump.

Per adesso la situazione afghana rimane bloccata e dovremo aspettare tutti con il fiato in gola le mosse del futuro inquilino della Casa Bianca.