La Turchia continua a usare i migranti come minaccia contro l’Europa
Questa mattina il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu ha minacciato l’Unione Europea di aprire le porte a 15 mila rifugiati al mese verso i territori europei.
Questa mattina il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu ha minacciato l’Unione Europea di aprire le porte a 15 mila rifugiati al mese verso i territori europei.
L’intesa Ue–Turchia vuole la regolazione dei flussi migratori verso l’Europa e l’imposizione di controlli più severi, ma le ricerche di Amnesty rivelano uno scenario più drammatico.
Ieri, a Milano, si è svolta una manifestazione in sostegno di Abdullah Ocalan, il capo e ideologo del Partito dei Lavoratori Curdo (PKK) di Turchia, prigioniero nelle carceri turche ormai 18 anni.
La proposta ha scatenato numerose proteste, non solo da parte di opposizioni e ONG, ma anche all’interno dello stesso partito di governo AKP.
Scrittrice, giornalista e attivista turca, è stata arrestata insieme ad altri giornalisti del quotidiano filocurdo Özgür Gündem.
Dopo i raid aerei degli scorsi giorni, la Turchia ha messo in moto le forze di terra — ma l’obiettivo sono più i curdi del Rojava che lo Stato Islamico.
Dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio sono stati già chiusi 16 TV, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici.
Hader Kader era diventata piuttosto nota l’anno scorso, in seguito alle violenze al Gay Pride di Istanbul.
Le decisioni prese da Erdogan dopo il tentato golpe non rispecchiano proprio il volere di unità per il Paese.