Con la copertura del rischio di un’estensione del conflitto a livello regionale, continua l’escalation israeliana contro la popolazione palestinese. Le IDF hanno lanciato un raid contro il campo profughi di Nur Shams, uccidendo almeno 5 persone, tra cui un minorenne
Mentre il mondo osserva con preoccupazione la possibile reazione israeliana all’attacco di ritorsione iraniano, l’escalation a Gaza è già iniziata: mercoledì le IDF hanno condotto 40 bombardamenti, e a Rafah sono stati uccisi 7 civili, tra cui 3 minorenni
Mentre la polizia aggrediva gli studenti dell’università la Sapienza che protestavano contro la collaborazione tra l’università e Israele, nelle scorse ore le IDF hanno concentrato i propri attacchi in particolare sui campi profughi della Striscia di Gaza
Apparentemente rifiutando le richieste di de–escalation, il gabinetto di guerra del governo Netanyahu VI ha deciso che risponderà “con la forza” alla rappresaglia iraniana
Il giorno dopo la ritorsione iraniana su Israele hanno visto gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali in una situazione complessa, costretti confrontarsi con contraddizioni e gravi difficoltà diplomatiche
Nonostante la tensione altissima è chiara l’intenzione da parte dell’Iran e degli alleati occidentali di Israele di evitare che il conflitto si allarghi ulteriormente
Il canale israeliano 12 ha pubblicato una testimonianza esclusiva di due funzionari israeliani coinvolti nella trattativa per il cessate il fuoco al Cairo. Uno dei due negoziatori lamenta la “mancanza di attenzioni” da parte del Primo ministro, che si rifiuta di accettare idee e suggerimenti
Netanyahu ha dichiarato che l’operazione di terra su Rafah, dove ha trovato rifugio più di un milione e mezzo di palestinesi, “succederà; c’è una data.”
Forse. Si tratterebbe, ovviamente, solo di una tregua umanitaria, di natura analoga a quella dello scorso novembre — ma per ora i funzionari israeliani negano
