OK la zona rossa, ma perché non quindici giorni fa?
Il governo ha passato settimane a ripetere che un altro lockdown non sarebbe stato possibile, mentre i contagi raddoppiavano ogni sette giorni. Al terzo Dpcm, è stato costretto a cambiare idea
Il governo ha passato settimane a ripetere che un altro lockdown non sarebbe stato possibile, mentre i contagi raddoppiavano ogni sette giorni. Al terzo Dpcm, è stato costretto a cambiare idea
Il tracciamento dei contatti non ha funzionato, i sistemi sanitari non reggono: Macron chiude la Francia, la Germania stringe le maglie delle norme anti–contagio. In Italia, invece, il governo sembra paralizzato
Solidarietà per le aziende anche sopra i 5 milioni di fatturato, rigore per i lavoratori: le misure avanzate dal governo promettono di affrontare gli effetti delle chiusure — ma non per chi è più in difficoltà
Il presidente del Consiglio ha presentato un altro Dpcm che continua nella direzione del precedente: limitazioni alla vita sociale e al tempo libero, senza novità sul tracciamento dei contagi, sul lavoro e sui mezzi di trasporto
La politica nazionale e locale sta facendo di tutto per evitare di ammettere che potrebbe essere necessario un secondo lockdown — mentre la risposta sanitaria e sociale del paese è sempre più precaria
Con il numero di casi in aumento grave giorno dopo giorno, il governo sembra aver scelto comunque la via dell’inazione. Ma se si tratta di una strategia — sul modello svedese — il paese deve saperlo
I paesi europei sono arrivati a questo autunno largamente impreparati a una crisi che sapevano sarebbe stata da affrontare. Nel resto del mondo ci sono molti esempi di gestione razionale ed efficace della pandemia — ma non siamo stati capaci di riprodurli
In Belgio e in Irlanda del Nord scatta un lockdown “parziale,” in Spagna continua la lotta istituzionale sullo stato d’allarme a Madrid, questa sera Macron dovrebbe annunciare nuove misure per la Francia
Negli ultimi giorni i casi di coronavirus sono aumentati notevolmente, costringendo la politica e gli esperti ad affrontare domande difficilissime: è stato fatto abbastanza per arrivare preparati a questo momento? Era possibile evitare un’altra esplosione del contagio?