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foto via Twitter @PhilippeLazzarini

È possibile una tregua a Gaza per Id al–fitr, la festa che marca la fine del digiuno del Ramadan? Forse: lo sostengono fonti egiziane e in Hamas di Al–Araby Al–Jadeed, confermando una notizia trasmessa da al Qahera. I funzionari egiziani avrebbero detto ai rappresentanti di Hamas che c’era la “necessità” di “cogliere lo slittamento della politica statunitense contro Israele,” in seguito all’uccisione degli operatori umanitari di World Central Kitchen. Si tratterebbe, ovviamente, solo di una tregua umanitaria, di natura analoga a quella dello scorso novembre, ma che darebbe per lo meno fiato ai palestinesi che da mesi fuggono da bombardamenti e raid delle IDF. Fonti israeliane di Channel 12 e Ynet negano che siano stati fatti significativi passi avanti — nelle scorse ore Smotrich aveva raccolto la propria corrente di parlamentari per discutere dei retroscena sui possibili passi avanti nel negoziato con Hamas.

Le IDF hanno annunciato il ritiro di parte dei propri soldati dal sud della Striscia di Gaza. L’esercito non ha dato spiegazioni per la decisione, ma il ministero della Difesa Gallant ha dichiarato che le truppe devono prepararsi per ulteriori operazioni a Gaza, nella zona di Rafah. La conferma di un’operazione di terra su Rafah sarebbe un ulteriore strappo tra Tel Aviv e Washington — secondo il portavoce statunitense John Kirby il ritiro è necessario per garantire un momento di riposo per le truppe israeliane, impegnate senza sosta da 4 mesi, e non in vista di una nuova operazione.

Le uccisioni, nel frattempo, continuano: l’aggiornamento di domenica mattina delle autorità sanitarie di Gaza riportava di altri 38 morti e 71 feriti, in 4 attacchi lanciati in tutta la Striscia di Gaza. Nelle ore successive l’aviazione israeliana ha lanciato ulteriori bombardamenti sulla città di Gaza e su Khan Yunis.


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