foto: UNRWA, via Twitter
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Continua l’allarme delle Nazioni Unite per la carestia artificiale causata dall’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza. La dottoressa Margaret Harris, dell’OMS, denuncia: “Dottori e personale sanitario ci dicono che vedono sempre più effetti della denutrizione: vedono bambini appena nati morire semplicemente perché hanno un peso troppo basso alla nascita.” I neonati e i bambini piccoli non sono ovviamente in grado di far fronte alla fame cronica, ma l’OMS denuncia che il personale sanitario a Gaza sta cercando di assistere anche un numero sempre crescente di donne incinta pericolosamente sottopeso. Harris insiste sulle responsabilità militari di Israele: “Tutto quello che vediamo a livello medico è artificiale; questo era un territorio dove il sistema sanitario funzionava bene,” dove la malnutrizione era “inesistente.” “Era una popolazione che poteva sfamarsi da sola.” L’OMS sta lavorando per stabilire centri di stabilizzazione malnutrizione, ma la mancanza di accesso ad aiuti, e il costante pericolo rappresentato dagli attacchi delle IDF impediscono di procedere speditamente con i lavori.
Commentando la pubblicazione del report IPC sulla crisi alimentare di Gaza, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Volker Türk ha raccontato del caso di famiglie che dal nord della Striscia mandano i propri figli verso il sud “non accompagnati, nella speranza disperata che troveranno cibo e supporto tra l’1,8 milioni di persone già sfollate.” “I campanelli d’allarme suonati dall’ONU nello scorsi mesi non sono stati ascoltati. Questa catastrofe è artificiale e poteva essere interamente evitata.” Türk dice espressamente che “l’estensione delle restrizioni imposte da Israele sull’ingresso di aiuti a Gaza, insieme al modo in cui continua a condurre le ostilità, può costituire l’uso della fame come metodo di guerra, che è un crimine di guerra.” “Israele, in quando forza di occupazione, ha l’obbligo di garantire che l’accesso a cibo e servizi sanitari della popolazione sia pari alle loro necessità, e deve facilitare il lavoro delle organizzazioni umanitarie per fornire assistenza.” Mentre Türk ricordava le responsabilità di Tel Aviv di fronte alla legge internazionale, l’aviazione israeliana apriva di nuovo il fuoco sulla rotonda Kuwait della città di Gaza, dove le persone si riuniscono per aspettare la consegna di farina, diventata un posto di ripetute aggressioni. L’aviazione ha ucciso 23 persone che stavano coordinando la distribuzione alimentare. Türk insiste: “Il tempo stringe” — “Tutti, in particolare chi ha influenza, deve insistere che Israele si impegni per facilitare l’ingresso e la distribuzione di assistenza umanitaria.”
Il governo canadese ha annunciato che sospenderà la vendita delle armi a Israele: alla Camera dei Comuni canadese è passato un voto non–vincolante a riguardo, che il governo ha deciso di rispettare. Il testo della mozione chiede al governo di impegnarsi anche per lavorare “per lo stabilimento dello stato di Palestina.” Il governo Netanyahu VI ha preso la decisione canadese molto male: il ministro degli Esteri Israel Katz è arrivato a dichiarare che “la Storia giudicherà le decisioni del Canada severamente.” Dall’inizio dell’aggressione di Gaza sono state confermate le uccisioni di 31.819 persone — con un numero imprecisato di morti rimasti sotto le macerie, e altri morti in contesti che hanno impedito al personale del ministero della Salute locale di identificarli e confermarne la morte.