Il Primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, ha dichiarato che ci sono stati “buoni progressi” nella trattativa per un cessate il fuoco, in cambio della liberazione dei prigionieri israeliani ancora a Gaza. “Speriamo di inoltrare questa proposta ad Hamas e arrivare a un punto in cui possano interagire positivamente e in modo costruttivo al processo,” ha dichiarato il Primo ministro durante un evento a Washington. “Credo che siamo arrivati ad un punto che potrebbe potenzialmente portare a un cessate il fuoco permanente, in futuro.” Al Thani ha specificato che ci sono stati importanti progressi proprio nelle ultime settimane — non è chiaro se da parte di Israele, a porte chiuse, si sia superato in qualche modo l’ostruzionismo di Netanyahu.
Le variabili che potrebbero rallentare o far deragliare la trattativa, ovviamente, sono moltissime — tra queste c’è la questione della rappresaglia statunitense all’attacco drone in Giordania. Al Thani ha dichiarato che l’attacco statunitense “sicuramente avrà un impatto sulla sicurezza regionale,” anche se “speriamo che le cose restino contenute” (sic)
Intanto c’è qualcosa che non va nelle accuse di Israele contro l’UNRWA: originariamente i funzionari israeliani che hanno fatto trapelare l’accusa avevano dichiarato che le informazioni che “incastravano” i 12 ex dipendenti dell’agenzia ONU arrivavano da interrogatori di prigionieri palestinesi. Molti avevano fatto notare che si trattava di una fonte di informazione di dubbio valore — considerati i precedenti di tortura e violenza sui carcerati per cui è noto Israele. Nel report del New York Times che dettaglia le accuse israeliane, però, si legge che la prove ai danni dei 12 uomini sarebbero state raccolte attraverso intercettazioni telefoniche. Il quotidiano di New York ha riportato la nuova versione dei fatti senza menzionare questa correzione rilevante.
Oggi il segretario generale ONU Guterres dovrebbe incontrare i principali donatori dell’UNRWA per capire quali sono i prossimi passi per garantire il continuato funzionamento dell’agenzia e tranquillizzarli che le Nazioni Unite stanno svolgendo indagini sulle accuse avanzate da Israele.
Lunedì un gruppo di 20 ONG ha firmato un comunicato congiunto per rinnovare il proprio supporto all’agenzia, il cui “lavoro vitale” è fondamentale per affrontare la crisi umanitaria scatenata dall’aggressione israeliana di Gaza. Le ONG sottolineano anche come dal 7 ottobre 152 dipendenti UNRWA — per definizione civili — siano stati uccisi negli attacchi delle IDF.