Le chiese in tutta la Palestina hanno cancellato i festeggiamenti di Natale, come segno di vicinanza verso Gaza: saranno solo officiate le messe. A Betlemme, nella Cisgiordania occupata, turisti e pellegrini natalizi sono completamente assenti. Nel proprio sermone di Natale nella Chiesa evangelica luterana di Betlemme, il reverendo Munther Isaac ha denunciato il genocidio della popolazione palestinese, parlando di “teologia dell’impero,” con cui l’Occidente giustifica la carneficina in corso, usata per mascherare “il senso di superiorità, di supremazia, di essere ‘prescelti.’” A Gaza, le feste invernali non si stanno traducendo in una riduzione dei bombardamenti. Anzi, al contrario, incoraggiate dal fallimento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite — che non è riuscito a chiedere un cessate il fuoco — le IDF hanno ulteriormente intensificato i bombardamenti: anche ieri si sono contate decine di morti, mentre la situazione umanitaria si fa sempre più disperata. Le IDF hanno anche lanciato un raid nella città di Tulkarem, in Cisgiordania, armati di droni di sorveglianza e due bulldozer militari.
Le organizzazioni internazionali, nel frattempo, continuano a denunciare come qualsiasi azione umanitaria sia praticamente impossibile, al netto delle speranze del Consiglio di Sicurezza: la stessa Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione ha specificato che gli aiuti umanitari non possono arrivare in “quantità significative” sotto i “bombardamenti continui” dell’aviazione israeliana.
Netanyahu e Biden si sono di nuovo sentiti al telefono per discutere degli “obiettivi e delle fasi” dell’aggressione israeliana. Secondo il comunicato della Casa bianca, durante la conversazione, Biden avrebbe “sottolineato la necessità fondamentale di proteggere la popolazione civile, compreso chi supporta le operazioni umanitarie.” Negli Stati Uniti — da San Francisco a New York — e in Europa, da Londra a Milano, continuano inascoltate le proteste e le azioni contro l’aggressione di Gaza.