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Negli ultimi due giorni politica e difesa israeliana hanno messo in chiaro che intendono procedere con la propria aggressione di Gaza, che durerà ancora a lungo e sarà sempre più violenta. Il 25 dicembre Netanyahu ha dichiarato alle correnti del Likud: “Non ci fermeremo, continueremo a combattere, e andremo nel profondo dei combattimenti (sic) nei prossimi giorni. Questa sarà una lunga battaglia, che non è prossima al concludersi. Dobbiamo avere pazienza, essere uniti e rimanere concentrati sulla missione.” Il capo di stato maggiore delle IDF Herzi Halevi il giorno successivo ha rincarato la dose, dicendo che l’aggressione continuerà per “molti altri mesi” e che le IDF “non permetteranno un ritorno alla situazione precedente al 7 ottobre.” Helevi non ha invece commentato sul bombardamento dell’aviazione israeliana sulla capitale siriana di Damasco, in cui è stato ucciso un generale dei Guardiani della rivoluzione iraniani, Sayyed Razi Mousavi.

L’attacco in Siria in cui è stato ucciso Mousavi è stato condannato da Hezbollah, mentre nel mar Rosso si intensifica lo scontro tra Houthi e forze statunitensi. Sono chiari segnali della progressiva espansione del conflitto, anche se al momento non sembrano ancora esserci segnali da parte dell’Iran di voler andare oltre le azioni per procura.

Dal 24 dicembre nella Striscia di Gaza sono state uccise più di 100 persone, in una serie di attacchi aerei che hanno bersagliato strutture civili e tre campi profughi e che sono stati nuovamente denunciati dalle Nazioni Unite. Un video circolato sui social nelle scorse ore, nel frattempo, rivela un altro crimine di guerra delle IDF — il video riprende un gruppo di prigionieri palestinesi denudati, alcuni con le mani legate dietro la schiena, raccolti dalle truppe israeliane in uno stadio — in quelli che sembrano essere i momenti precedenti a un’esecuzione capitale. Dopo L’ONU ha nominato la diplomatica ed ex ministra dell’Economia olandese Sigrid Kaag come coordinatrice che supervisionerà le consegne di aiuti umanitari a Gaza.

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