Donald Trump è stato incriminato per 34 capi d’accusa — in caso storico quanto fragile
Donald Trump è stato incriminato per 34 capi d’accusa, riguardo la falsificazione di documenti aziendali con lo scopo di nascondere pagamenti fatti a due donne per comprarne il silenzio, nei mesi precedenti alla campagna elettorale del 2016. Trump ha risposto alle domande del giudice solo per monosillabi, e la situazione è diventata così surreale che a un certo punto il giudice si è messo una mano all’orecchio come a indicare che voleva una risposta più ragionata. Per la legge dello stato di New York, falsificare documenti aziendali è una contravvenzione per cui è prevista una pena di un massimo di un anno di carcere, ma viene elevata a delitto, con pena fino a 4 anni, se le falsificazioni sono state effettuate per nascondere altri crimini — come in questo caso, per nascondere violazioni della legge elettorale.
L’accusa (qui il testo completo, qui una versione commentata dalla redazione del New York Times) è accompagnata da un ulteriore documento che descrive le basi fattuali delle accuse del procuratore distrettuale Alvin Bragg contro Trump. Dimostrare che la falsificazione realizzata di Trump vale una pena superiore a un anno è un territorio inesplorato a livello legale, e il caso è reso ancora più complesso perché il reato che Trump avrebbe coperto è un reato federale, e non ci sono precedenti che stabiliscano se questo può essere indicato nel contesto di un processo a livello statale.
Alla fine Trump non è stato ammanettato, e non ci sono stati momenti particolarmente iconici: è trasparente che Trump conta di giocare la carta della persecuzione politica nella prossima campagna elettorale, e il suo comitato elettorale ieri ha messo in vendita una nuova maglietta con una falsa foto segnaletica dell’ex presidente. L’organizzazione invierà le magliette “gratis” a tutte le persone che donano almeno 47 dollari per la prossima campagna elettorale. Un retroscena di Rolling Stone rivela che il il comitato elettorale sperava di ricavare dalla giornata utile materiale per la campagna elettorale. Alla fine, il comitato elettorale si sarebbe comunque dovuto accontentare di una foto segnaletica falsa, perché nello stato di New York le foto segnaletiche non sono più pubbliche — la pubblicazione sarebbe comunque ritardata finché il procuratore distrettuale Bragg non invierà i materiali del caso ai legali d Trump, e a quel punto l’ex presidente potrebbe rendere la foto pubblica.
Dopo la performance in minore a New York, Trump è tornato in Florida, dove ha ripreso i toni da campagna elettorale: l’ex presidente ha parlato con i propri sostenitori riuniti al Mar–a–Lago, dicendo che “non si sarebbe mai aspettato che una cosa del genere succedesse in America” e che “l’unico crimine che ho mai compiuto è stato difendere senza paura il nostro paese da chi lo vuole distruggere.” Poche ore prima, il giudice Juan Merchan lo aveva avvisato: “Per favore si trattenga da fare dichiarazioni che potrebbero incitare alla violenza o ai disordini.”