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in copertina, foto via Facebook

Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

A Casal Bruciato, periferia est di Roma, ci sono state nuove tensioni per l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom di 14 persone. Ieri una trentina di persone ha protestato, insultato e minacciato la famiglia, che ha dovuto entrare nell’appartamento scortata dalla polizia, e che ora ragionevolmente ha paura di uscire. (la Repubblica Roma)

“Ci hanno minacciati, ci hanno detto ‘vi ammazziamo, zingari, vi buttiamo una bomba,” racconta Imer, 40 anni. “Ai bambini ho detto ‘state calmi, non succede niente’. Questi ci vogliono cacciare via, non so per quale motivo.” (HuffPost)

Dietro la protesta, come al solito, c’è CasaPound, che per oggi alle 17 ha convocato una nuova manifestazione. Una volontaria dell’associazione Opera Nomadi racconta: “È da ieri che girano le persone a cercare via Satta 20… noi quando andiamo ad assegnazione ci danno solo la via con la metratura e basta, il numero civico lo abbiamo saputo questa mattina alle 9:30. Qualcuno già sapeva che questo appartamento sarebbe stato assegnato ad una famiglia rom con questa tipologia di nucleo familiare.” (Quotidiano.net)

Con un post su Facebook, la sindaca Virginia Raggi ha preso posizione abbastanza nettamente contro CasaPound, parlando di “delinquenti” (mai di fascisti, comunque) che speculano sulla pelle delle persone, mentre occupano un palazzo in pieno centro a Roma. (Facebook)

Ma gli appoggi nella politica parlamentare ai neofascisti non mancano: come Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale e candidato alle europee, che ha insinuato che le assegnazioni delle case popolari ai rom siano di “dubbia legittimità.” Ghera avrebbe diffuso un documento con i dati delle prossime assegnazioni. (Adnkronos)

Sono questi i fascisti con cui sempre più esponenti del mondo culturale italiano non vogliono avere niente a che fare, disertando il Salone del Libro di Torino: dopo Wu Ming e Carlo Ginzburg, anche Salvatore Settis, Tommaso Montanari, Zerocalcare, la casa editrice People e la presidente nazionale di Anpi Carla Nespoli hanno annullato la propria partecipazione. (HuffPost)

Altri editori — anche per ragioni comprensibilmente economiche, dato che gli stand al Salone costano — hanno deciso di andare lo stesso, ma con una chiara presa di posizione antifascista. “Ci saremo come si sta in un campo di battaglia,” spiega Giulio Calella, direttore di Alegre Edizioni. (Jacobin Italia)

Ieri, per fugare qualsiasi dubbio, il fondatore della casa editrice Altaforte, al centro delle polemiche, ha rivendicato il proprio essere fascista, elogiato Mussolini, e definito l’antifascismo come “il vero male del paese.” (la Repubblica Torino)

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Mondo

Wa Lone e Kyaw Soe Oo, i due giornalisti Reuters che per primi hanno provato l’esistenza delle fosse comuni dove l’esercito del Myanmar gettava i corpi delle vittime Rohingya, sono stati liberati dopo più di 500 giorni di prigionia. La loro amnistia arriva insieme a quella di migliaia di altri prigionieri, nelle celebrazioni tradizionali per il nuovo anno, iniziato lo scorso 17 aprile. (Reuters)

Centinaia di lavoratrici e lavoratori sono sces* in strada a Beirut per protestare contro il sistema Kafala, che lega il diritto alla residenza dei migranti allo “sponsor” del proprio datore di lavoro, che ne garantisca l’impiego. In Libano operano circa 250 mila lavoratrici domestiche — la vasta maggioranza nel settore sono donne — e il sistema Kafala le lega al proprio datore di lavoro in modo avvilente, dando spazio a troppo frequenti casi di abusi. La fotostoria di Nadda Osman. (Middle East Eye)

Ieri Trump ha minacciato di alzare nuovamente i dazi su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi, allargando di nuovo la spaccatura tra la Casa bianca e l’establishment repubblicano, tradizionalmente a favore del libero scambio. In tantissimi stanno cercando di consigliare Trump di fermare la deriva protezionista, ma ogni sforzo sembra inutile. (the Washington Post, via Outline)

Nell’accordo per il cessate il fuoco tra Hamas e Israele ci sarebbe anche la garanzia che l’esercito israeliano smetta di uccidere i contestatori pacifici che protestano ogni settimana sul confine della Striscia di Gaza. Se confermato, e rispettato, l’accordo metterebbe fine a uno stillicidio di morti che dura da più di un anno. Nell’accordo sono presenti anche promesse di quote di elettricità più ampie e di un miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. (Al–Araby Al–Jadeed

400 ex ufficiali del dipartimento di Giustizia hanno firmato un documento in cui sostengono che con le prove raccolte da Mueller, se Trump non fosse presidente, sarebbe certamente stato accusato di ostruzione della giustizia. Tra i firmatari sono presenti funzionari di ogni precedente amministrazione statunitense da Eisenhower a Obama. (Salon, il comunicato è su Medium)

Intanto le strutture dello stato si appiattiscono sempre di più nel difendere gli interessi del presidente. Il segretario del Tesoro Steven Mnuchin ha annunciato che il suo dipartimento non rilascerà le dichiarazioni dei redditi di Trump come richiesto dalla Camera, controllata dai democratici. Secondo Mnuchin la richiesta dei democratici sarebbe “senza precedenti,” ed è vero, perché ogni presidente prima di Trump ha sempre reso pubbliche le proprie condizioni finanziarie quando si candidava. (the New York Times)

“Perché li arrestiamo invece di metterli in fila e fucilarli? Dovremmo tornare ai giorni di Hitler e buttarli tutti nelle camere a gas.” È la dichiarazione esasperata di uno dei terroristi neonazisti della milizia civile che pattugliava il confine in New Mexico a caccia di migranti il cui leader è stato arrestato il mese scorso. (TYT)

Alla fine Erdogan l’ha avuta vinta: la Commissione elettorale suprema turca ha ordinato un rifacimento delle elezioni amministrative a Istanbul, a poco più di un mese dalla vittoria contestata del candidato dell’opposizione Ekrem İmamoğlu. I cittadini torneranno al voto il prossimo 23 giugno. (Hurriyet Daily News)

Viktor Orban ha annunciato che non appoggerà Manfred Weber, il candidato del PPE alla presidenza della Commissione Europea, perché colpevole di aver “offeso gli ungheresi.” Fidesz, il partito di Orban, è attualmente sospeso all’interno del blocco conservatore. Annegret Kramp-Karrenbauer, la leader della CDU, ha detto che si aspetta che se ne vadano una volta per tutte. (DW)

Italia

Armando Siri ha dichiarato che non risponderà alle domande dei Pm in un eventuale interrogatorio, ma presenterà soltanto una memoria difensiva. Oggi sarà interrogato invece Paolo Arata, il consulente di Salvini per l’energia accusato di aver fatto da “trasmissione” tra Siri e l’imprenditore Vito Nicastri. (la Repubblica)

Conte sembra deciso a proporre lo stesso le dimissioni del sottosegretario nel prossimo Consiglio dei Ministri, irritando la Lega, che lo accusa di non essere più “arbitro.” Ma lo stesso Conte rassicura che “non si andrà alla conta” e “non succederà nulla di clamoroso.” (Rai News)

Cult

“Il drag è una cosa che di solito si vede solo nei locali notturni. Il senso della Drag Parade è di mostrare apertamente la cultura LGBT e risvegliare l’interesse delle persone, mostrandosi letteralmente alla luce del sole.” Oh Yeon-seo racconta il festival drag che per tre giorni ha animato Seul, conclusosi con una drag parade con la partecipazione di 300 drag queen. (the Hankyoreh)

A Belfast è stato inaugurato un murale in memoria di Lyra McKee, la giornalista 29enne uccisa a Derry il mese scorso. (the Guardian)

Uno studio pubblicato su Nature Human Behavior descrive come ricercatori abbiano scoperto che il cervello di chi ha giocato molto da bambin* a Pokémon risponde in modo diverso a vedere i personaggi dei cartoni animati rispetto a persone che non hanno giocato al gioco per Game Boy. (the Verge, il paper è disponibile qui)

Usate un Mac? Quest’app gratuita di Anthony Colangelo vi permette di impostare come sfondo del desktop il pianeta visto dallo spazio, in immagini aggiornate in tempo reale ogni venti minuti. (Main Engine Cut Off)

Ambiente

Un lunghissimo report delle Nazioni Unite — di 1500 pagine — descrive gli effetti catastrofici dell’azione umana nel modificare il pianeta Terra, dal disboscamento alla pesca sregolata, passando ovviamente per il cambiamento climatico. Effetti così gravi che rischiano di causare l’estinzione di un milione di specie nei prossimi anni. (the New York Times)

Gif di Evan Hilton

Tra i campanelli d’allarme segnalati nel report è sottolineato come il crollo della popolazione degli insetti nelle singole aree è stato misurato, ma è impossibile valutarne l’impatto globale. Secondo la professoressa Anne Sverdrup-Thygeson la difesa degli insetti è fondamentale per garantire un futuro al pianeta: “sono l’elemento collante della natura stessa.” (the Guardian)

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