Dopo l’indagine svolta su Milano, continua l’analisi del furto di biciclette in alcune delle città italiane più esposte a questo problema.
Nel dicembre 2017 abbiamo mostrato come il furto di biciclette rappresenti un significativo elemento di freno allo sviluppo della mobilità leggera, e come un’approfondita conoscenza del fenomeno sul territorio possa ridurne l’effetto deterrente.
Abbiamo quindi deciso di analizzare la situazione in alcune delle città italiane più esposte a questo problema: Bolzano, Firenze, Padova, Roma e Torino – cui si aggiunge Milano, per la quale abbiamo svolto un’indagine complessiva.
Secondo il 1° rapporto “L’A Bi Ci” di Legambiente, Padova è da considerare tra le 10 città italiane più attive nel realizzare interventi concreti a sostegno della mobilità ciclabile, distinguibili in tre grossi filoni:
- messa in sicurezza dello spostamento di mezzi non motorizzati (ottenuta anche attraverso la costruzione di zone 30);
- pedonalizzazione e riduzione di parcheggi per mezzi motorizzati;
- rivoluzione concettuale della politica urbana, volta a considerare i pedoni e i mezzi di trasporto non motorizzati come il cittadino tipo, il fruitore principale della città, dei suoi ambienti, delle sue infrastrutture e dei suoi servizi.
Padova già dispone di una buona quantità di rastrelliere installate nei punti nevralgici del tessuto urbano, in particolare è la città che possiede più posti bici in assoluto (830) nei pressi della sua stazione principale – un ottimo presupposto per lo sviluppo dell’intermodalità ciclabile.
Il comune veneto si classifica inoltre al 9° posto per abbondanza pro capite di infrastrutture dedicate alla bicicletta: ben 18,76 m²/ab (metri quadri per abitante). Il numero si riferisce principalmente alla vasta rete di piste ciclabili, che però non sempre riescono nell’intento di promuovere la mobilità leggera.
Alcuni dei residenti con cui abbiamo preso contatto ci hanno infatti segnalato degli errori di progettazione che concorrono a rendere i percorsi per biciclette poco frequentati e sembra che il problema sia già noto in tutta la provincia. Lo staff del progetto di ricerca universitario “Piste RiCiclabili” ha addirittura costruito un servizio webgis di alto livello che geolocalizza tutte le carenze e i difetti degli itinerari ciclabili di Padova.
Ulteriore deterrente alla mobilità leggera è il furto di biciclette, che nel capoluogo di provincia veneto raggiunge delle cifre considerevoli. Secondo un’indagine di Piste RiCiclabili, ogni anno a Padova spariscono oltre 1200 velocipedi, tanto che il 64% dei ciclisti avrebbe subìto almeno una volta il furto del proprio mezzo.
Nel 2017 il circolo locale di Legambiente si è precipitato in soccorso dei cicloamatori pubblicando un “Manuale di resistenza urbana”, che raccoglie trucchi e consigli per evitare di farsi sorprendere dai ladri, mentre l’amministrazione comunale ha lanciato un programma di marcatura delle bici; ma il fenomeno sembra inarrestabile.
Nel 2017 un gruppo di cittadini sensibili al tema ha fondato il gruppo Facebook “bici rubate a Padova – avvistamenti”, una comunità virtuale dove gli utenti condividono le foto dei mezzi scomparsi nella speranza di essere contattati da qualcuno che li abbia avvistati. In qualche mese la pagina ha raggiunto 800 iscritti, che un anno dopo sono diventati oltre 1400, e ora in molti chiedono al Comune di istituire una pattuglia della Polizia Municipale dedicata al contrasto dei furti delle due ruote.
Già l’anno scorso the Submarine aveva notato la rilevanza assunta da questo fenomeno a Padova, tanto che avevamo iniziato a raccogliere informazioni sulle circostanze in cui si sono verificati i furti inoltrando un apposito questionario alle vittime.
Il numero di risposte ricevute finora purtroppo non risulta adeguato a tracciare con precisione le caratteristiche del fenomeno. Ciò nonostante abbiamo deciso di utilizzare un piccolo campione di 260 elementi per condurre un’analisi statistica a titolo dimostrativo, illustrando quali informazioni si potrebbero ricavare e come si potrebbero applicare se si venisse in possesso di un insieme di dati più abbondante, nonché statisticamente rappresentativo.
Inoltre, abbiamo recuperato la cronologia dei post sul gruppo Facebook di cui sopra (2015-2018) e abbiamo utilizzato sia queste informazioni che quelle raccolte tramite il sondaggio per generare due layer cartografici indipendenti, ciascuno raffigurante le zone più colpite della città.
Nota: Se si accede alla mappa da dispositivo mobile mentre si è loggati nel proprio account Google, la mappa viene automaticamente salvata nella sezione “Mappe” dell’app Google Maps. In questo modo rimane a portata di mano quando si è alla ricerca di un posto sicuro per parcheggiare la bici.
I cerchi rossi indicano l’area circostante al punto esatto in cui è stato compiuto il fatto — l’ipotesi di base è che il ladro fosse potenzialmente attivo e in agguato nell’area delimitata dal cerchio rosso. Quanto più intensa è la gradazione di rosso, tanto maggiore il rischio di furto.
Tuttavia, la mappa generata con le informazioni raccolte tramite questionario va ritenuta più affidabile di quella costruita a partire dalla cronologia del gruppo Facebook, poiché la seconda è sostenuta da una minor quantità di dati (circa il 40% in meno) e perché sul social network il luogo del furto è stato spesso indicato solo in termini approssimativi.
I layer concordano sulle macro-aree della città e su alcuni punti precisi che sarebbero particolarmente bersagliati dai ladri:
- Ad una scala di circa 1:25,500 i puntatori si addensano in prossimità del centro storico e delle zone di Prato della Valle e Porta Portello.
- Ad una scala di 1:3,200 svettano in modo nitido Palazzo Bo, Piazza delle Erbe e il Centro Culturale Altinate San Gaetano.
La mappa “gruppo” punta il dito contro Piazza Eremitani e soprattutto contro il piazzale della stazione principale, mentre la mappa “questionario” indica nel dettaglio quali vie del centro storico sono maggiormente interessate dai furti (Piazza Capitaniato, Piazza Insurrezione, Piazza dei Signori) e mostra l’area che sarebbe più a rischio in tutta la città: quella del policlinico, in particolare via Giustiniani.
Grazie alle informazioni raccolte tramite il sondaggio possiamo distinguere tra i furti avvenuti in luogo pubblico (76%) e in proprietà privata (24%), indicando questi ultimi con un pallino rosso. La speranza è che gli abitanti del circondario prestino maggiore attenzione ai possibili movimenti sospetti, eventualmente contattando la polizia municipale.
Nota: Questa mappa riporta solo le informazioni acquisite tramite il questionario. In questo modo risulta rappresentativa della distribuzione spaziale dei furti tra luoghi pubblici e proprietà private.
Osservando la mappa in modo approssimativo non riusciamo a scorgere alcuna correlazione tra i luoghi pubblici e privati in cui sono accaduti i furti: in diverse zone periferiche della città le bici sono state rubate nelle abitazioni ma non in luogo pubblico, mentre nel centro storico e nella zona di Porta Portello i furti sono avvenuti quasi esclusivamente per strada.
L’orario di furto
Conoscendo l’ora in cui una bicicletta è stata parcheggiata (cioè quando è stata vista l’ultima volta) e l’ora in cui il proprietario ha rinvenuto il furto, abbiamo calcolato una stima di come si ripartisce il rischio in ventiquattro ore.
Secondo i nostri calcoli, i ladri agiscono più verso sera che durante la notte, ma una discreta quantità di furti avviene anche in pieno giorno, soprattutto tra le 10.00 e le 12.00.
Notiamo inoltre che la distribuzione del rischio durante la giornata segue un andamento piuttosto curvilineo, interrotto solamente dal picco relativo tra le 16.00 e le 17.00. Il fatto curioso è che anche nella distribuzione di Bolzano e di Milano si verifica un picco relativo nello stesso orario, assestandosi tra l’altro allo stesso valore percentuale, circa il 6%.
Per quanto riguarda i furti durante la settimana, i ladri sembrano particolarmente attivi il sabato, ma in generale la probabilità di furto risulta più o meno uniforme.
La curva del rischio di furto cumulato nel tempo
Di seguito mostriamo un prodotto particolare del nostro lavoro, la curva cumulata del rischio di furto, una funzione matematica in grado di spiegare come varia la probabilità di furto nel tempo.
Si tratta di una curva empirica, costruita sommando gli intervalli di tempo trascorsi tra il momento in cui la bici è stata parcheggiata e il momento in cui è stato rinvenuto il furto.
Data una bicicletta parcheggiata in una zona di Padova particolarmente esposta al rischio (tale per cui ipotizziamo che entro quattro giorni la bici venga comunque rubata), per ogni minuto che passa, la curva indica la probabilità che l’antifurto venga forzato e la bici rubata.
Dopo circa mezz’ora di tempo in cui il mezzo è rimasto incustodito il rischio di furto ammonta già all’8%, dopo 2 ore balza al 33% e dopo 4 ore supera il 55%. Confrontando questa curva con i primi dati raccolti nelle altre città in cui abbiamo lanciato il sondaggio possiamo dedurre che a Padova i ladri abbiano un comportamento relativamente aggressivo: le alte percentuali di rischio raggiunte in poche ore ci fanno supporre che i malintenzionati seguano di nascosto le proprie vittime o si appostino nei luoghi dove sanno che troveranno sempre una grande quantità di biciclette parcheggiate, ad esempio il centro storico – solo così si spiega l’elevato numero di furti avvenuti in poco tempo.
Gli antifurto scassinati
La ripartizione degli antifurto forzati utilizzati spiega buona parte del problema. La stragrande maggioranza delle vittime (89%) ha dichiarato di aver assicurato il proprio mezzo con un cavo o una catena, di cui ovviamente esistono diversi modelli. La nostra esperienza ci insegna che le persone sono disposte a spendere parecchio per una bella bici, ma poi tendono a risparmiare sul costo dell’antifurto. Per questo motivo siamo abbastanza certi che la maggior parte dei cavi e delle catene acquistate fossero rispettivamente troppo sottili o che avessero gli anelli troppo piccoli, oppure che i materiali non fossero di buona qualità.
Solo l’1% delle biciclette erano state legate con l’U-Lock, la tipologia di antifurto indicata da molti cicloamatori esperti come la più affidabile e che per tale motivo generalmente costano di più.
I dati mostrano inoltre che una discreta quantità di biciclette non era stata legata, quando invece bisognerebbe farlo sempre, sia che la si lasci parcheggiata anche solo per pochi minuti, sia che la si parcheggi in proprietà privata.
Il compito di un antifurto infatti non è quello di risultare indistruttibile, ma piuttosto quello di resistere il più possibile agli attrezzi da scasso, provocando rumore e richiedendo fatica e tempo al ladro, aumentando la probabilità che alla lunga quest’ultimo venga sorpreso dai passanti o dai residenti.
Prevenire i furti e ritrovare la propria bici
Ritrovare una bici rubata è difficile ma non impossibile, alcuni post sul gruppo Facebook ne sono la prova. Il nostro consiglio è quello di cercarla nei mercatini della città – anche su internet – portando con sé con una copia della denuncia di furto (degli informatori ci hanno segnalato che a Padova la rivendita di bici rubate avviene soprattutto ai giardini dell’arena e alla stazione).
Sporgere denuncia alle autorità è fondamentale: la sua assenza non solo non consente al proprietario di tornare legittimamente in possesso della propria merce, ma priva le forze dell’ordine dei dati sulle modalità in cui è avvenuto il furto. Per ogni mancata denuncia le lacune si sommano, la polizia finisce col brancolare nel buio e così tutti i ciclisti diventano più vulnerabili.
I nostri dati dovrebbero fornire un valido spunto su come comportarsi per ridurre al minimo la probabilità di farsi rubare la bicicletta, ma ovviamente la prima cosa da fare è legarla sempre e nel modo corretto, utilizzando un antifurto solido (preferibilmente un U-Lock) e un po’ di astuzia.
Infine, ricordiamo la cosa più importante: evitare di comprare bici di dubbia provenienza, perché è soprattutto la ricettazione ad alimentare il furto di biciclette.
Chiunque volesse aiutarci a raccogliere informazioni sui furti di biciclette a Padova può partecipare al nostro sondaggio.
Ha collaborato all’articolo la pagina Facebook Piste ciclabili fantastiche e dove trovarle.