sundarban_tiger

Nel novembre 2017 gli esemplari di tigre rimasti erano solo 3800 e il 43% del loro habitat era considerato ad “alto rischio.”

Da sempre simbolo di forza, oggi le tigri rischiano l’estinzione a causa dell’uomo. Con esemplari che raggiungono i 300 kg di peso e più di 3 metri di lunghezza, la tigre è considerata la “regina dell’Oriente.” Come i felini, ha occhi grandi, lunghi baffi, grosse zampe dotate di enormi artigli affilati e retrattili e una lunga coda. Il mantello, a strisce, riveste l’intero corpo e può assumere diverse colorazioni a seconda della specie (Figura 1). Tra le varietà più importanti ricordiamo: la Tigre Siberiana, la Tigre del Bengala e la Tigre della Cina Meridionale.

La tigre riesce ad adattarsi a diversi ambienti: la troviamo sia negli habitat tropicali dell’India, sia in quelli più freddi della Siberia. Si nutre essenzialmente di carne. È un animale solitario e caccia soprattutto di notte e, grazie agli attacchi a sorpresa, riesce a catturare animali di grosse dimensioni, come bufali, cervi e cinghiali.

La femmina, dopo una gestazione di 4 mesi circa, partorisce dai 2 ai 4 cuccioli. Per i primi due anni di vita i piccoli resteranno insieme alla madre che insegnerà loro tutte le tecniche di sopravvivenza e di caccia. 

Oggi le tigri stanno scomparendo. Nel novembre 2017 gli esemplari rimasti erano solo 3800 e il 43 % del loro habitat era considerato ad “alto rischio”. L’uomo, con l’espandersi delle sue attività, ha causato la perdita degli habitat e, di conseguenza, la diminuzione dei felini (Figura 1). La tigre di Sumatra è tra le specie più colpite.

page-2-object-27

1. Differenza di distribuzione delle tigri tra il 1900 e il 1990 in Oriente.

Inoltre, la tigre è, da sempre, ricercata, soprattutto per la sua pelliccia. Nonostante i divieti e le lotte delle associazioni ambientaliste, c’è ancora chi prende parte, illegalmente, a questa pratica crudele. Solo nel 2016, ad esempio, in India sono state uccise ben 28 tigri. Oltre che per la pelliccia, questi felini vengono cacciati anche per altre parti del corpo per scopi medicinali. Le tigri non sono comunque le uniche ad essere minacciate dalla caccia illecita. Nel mirino dei cacciatori senza scrupoli ci sono anche altri animali. I corni dei rinoceronti e l’avorio delle zanne degli elefanti sono sempre stati usati per la produzione di oggetti artigianali come collanine e braccialetti. Inoltre, vengono considerati come dei veri e propri “status symbol”  (Figura 2).

 page-3-object-45

2. Principali utilizzi e prezzi delle parti del corpo di rinoceronte, tigre e elefante ricercate dai bracconieri e il numero di esemplari uccisi quotidianamente e settimanalmente.

Anche i cambiamenti climatici hanno segnato il declino per questa specie. L’aumento del livello del mare, l’aumento di incendi e di tempeste improvvise, costringe le tigri a spostarsi verso altri habitat, spesso entrando in conflitto con l’uomo ed altri animali già insediati. 

Salvaguardare la tigre è un gesto importante per tutto l’ecosistema, dove ogni organismo ha la sua ragione di esistere e concorre interagendo con gli altri all’equilibrio ambientale e, conseguentemente, a rendere migliore anche l’esistenza dell’uomo. Secondo un rapporto del WWF proteggere questo animale significherebbe tutelare le foreste che aiuterebbero a ridurre i cambiamenti climatici  con ripercussioni positive anche sulla vita dell’uomo.

A questo proposito, sono state promosse iniziative e progetti per umentare il numero delle tigri selvatiche. Il 29 luglio 2010, è stata stabilito per la prima volta il “Global Tiger Day” (“Giornata Mondiale della Tigre), dopo che 13 stati si sono riuniti per firmare un accordo, il Tx2. Quest’ultimo, ha come obiettivo quello di raddoppiare il numero di questi animali entro il 2022. Sono state create anche campagne per “adottare” una tigre, attraveso raccolte fondi. La più famosa è Addotta un a-micio.

page-4-object-58 3. Campagna di informazione sulle conseguenze positive derivanti dalla tutela delle tigri

Sono in corso tentativi per reintrodurre esemplari in zone dove era stata dichiarata l’estinzione. A questo proposito, a seguito della scomparsa del felino, alcuni zoologi vorrebbero portare la Tigre del Caspio nell’Asia centrale per ripopolarla, il progetto prevede in loco 50 esemplari di Tigre Siberiana o dell’Amur, molto simile dal punto di vista genetico.  

Questi progetti insieme ad altre iniziative, si sono rivelati abbastanza efficaci. Secondo un nuovo rapporto del WWF, le popolazioni di tigri Siberiane sarebbe in aumento. Da 20 esemplari negli anni ’30 si sarebbe passati a oltre 500. Si presenta, però, un rovescio della medaglia: sono infatti aumentati gli attacchi di questi animali all’uomo e al bestiame.  

Continuare con questi progetti apre a buone prospettive, ma bisognerebbe trovare un compromesso per evitare discordie tra uomo e animale. L’istituzione di riserve naturali protette, ben delimitate e ben gestite potrebbe essere una soluzione per favorire il ripopolamento delle tigri, diminuendo allo stesso tempo i pericoli per le persone. D’altro canto, bisognerebbe imporre normative più severe per eliminare pressioni antropiche dannose per i felini.  


in copertina, foto di Soumyajit Nandy