Il “massacro pianificato” del quartiere Tal al-Hawa

“Alcune persone sono uscite agitando bandiere bianche e dicendo ‘non siamo combattenti, siamo sfollati.’ Ma l’occupazione israeliana le ha uccise a sangue freddo.”

Il “massacro pianificato” del quartiere Tal al-Hawa
Un edificio dell’UNRWA distrutto nel centro della città di Gaza. Foto: WAFA

Gli operatori della Protezione civile palestinese hanno recuperato un gran numero di corpi esanimi — mentre scriviamo risultano 60 morti — uccisi durante la recente offensiva delle IDF nel quartiere di Tal al-Hawa nella città di Gaza. Le forze israeliane si sono ritirate dalla zona giovedì, per cui i soccorritori sono potuti arrivare sul posto solo venerdì mattina. Secondo testimonianze locali, le IDF hanno sistematicamente ucciso intere famiglie, compresi i bambini, le donne e gli anziani che avevano cercato rifugio nel quartiere. Il portavoce della Protezione civile, Mahmoud Basal, ha dichiarato che nella zona “restano ancora molto corpi sotto le macerie,” perché “le forze israeliane sono stanziate nelle vicinanze e i soccorsi sono interrotti regolarmente.” Alcuni corpi sono stati portati all’ospedale al–Ahli, mentre altri sono stati sepolti sul posto — “alcuni dei corpi erano stati mangiati da cani,” racconta Basal. Hamas ha rilasciato una dichiarazione descrivendo le operazioni delle IDF nel quartiere come “crimini di guerra di genocidio e pulizia etnica.” Giovedì le IDF hanno sgomberato anche il quartiere di Shujayea — anche lì sono stati trovati decine di corpi. Secondo la Protezione civile il quartiere ora è “inabitabile.” Ismail al-Thawabta, il direttore dell’ufficio stampa del governo di Gaza, ha riportato la testimonianza che “alcune persone sfollate sono uscite agitando bandiere bianche e dicendo ‘non siamo combattenti, siamo sfollati.’ Ma l’occupazione israeliana le ha uccise a sangue freddo.” “L’esercito israeliano aveva pianificato di condurre questo massacro a Tal al-Hawa.”

Parlando con la stampa, il portavoce del segretario generale ONU Guterres, Stéphane Dujarric, ha commentato del ritrovamento delle persone sfollate uccise dalle IDF: “Una volta che i combattimenti finiranno, ci sarà bisogno di definire le responsabilità” delle uccisioni, “e ci sono diversi meccanismi sotto gli auspici dell’ONU.” Dujarric, però, preferisce concentrarsi sulle urgenza: “In questo momento, ci sono persone affamate. Ci sono persone che hanno bisogno d’acqua. Di assistenza medica.” Il portavoce ha ripetuto l’UNRWA è “la spina dorsale” delle operazioni umanitarie ONU a Gaza: durante una conferenza di donatori per l’agenzia ONU, il segretario Guterres ha ripetuto che “non ci sono alternative all’UNRWA”: “Il mio appello a tutti è: proteggete l’UNRWA, proteggete lo staff dell’UNRWA, e proteggete il mandato dell’UNRWA — anche con finanziamenti.”

Nel frattempo, l’aggressione di Gaza non si ferma: l’aviazione israeliana ha condotto un altro bombardamento su edifici residenziali a Deir al-Balah, uccidendo 5 persone, tra cui 2 minorenni. In un bombardamento su Khan Yunis, le IDF hanno ucciso 4 operatori umanitari, tra cui Husam Mansour, un membro dell’ONG britannica Al-Khair Foundation. Le IDF non negano di averlo ucciso — semplicemente sostengono che in realtà fosse un militante di Hamas.


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