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7 maggio 2024. Un gruppi di sfollati lascia Rafah in seguito all’ordine di evacuazione da parte delle autorità israeliane.
Foto: OCHA/Olga Cherevko

Fermateci se è una notizia che vi sembra di aver già sentito: la comunità internazionale reagisce con orrore a un attacco particolarmente violento delle IDF, il governo Netanyahu VI ammette brevemente che si sarebbe trattato di un errore, e poi l’aggressione di Gaza continua. È successo di nuovo lunedì: funzionari di molti stati hanno rilasciato dichiarazioni anche molto pesanti in seguito al massacro di Rafah, in cui 45 persone sono morte, molte bruciate vive. In Italia, il ministro Crosetto ha dichiarato di “avere l’impressione” “che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti.” “Tutti gli Stati sono concordi che su Rafah Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione.” Crosetto non si è espresso su quali potrebbero essere le conseguenze di questa disperazione, considerato l’ingente export di armi italiane verso Tel Aviv. Macron si è detto invece “indignato,” unendosi alle richieste di “cessate il fuoco immediato.” La dichiarazione più dura è arrivata senza dubbio da Erdoğan, che ha promesso che la Turchia farà “tutto il possibile” per perseguire “questi barbari e assassini,” che “non hanno niente a che fare con l’umanità.” Secondo un retroscena di Axios, invece, la Casa bianca sta ancora “valutando” (sic) se un attacco in cui sono bruciati vivi civili in un’area umanitaria costituisce una violazione della “linea rossa” posta di Biden sugli attacchi a Rafah. In una dichiarazione ai limiti dello strafottente, un portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa bianca ha dichiarato che nonostante tutto “Israele ha il diritto di attaccare Hamas,” ma che “deve prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere i civili.”

Netanyahu ha dichiarato che la strage è stata un “tragico errore,” senza elaborare su come si sia arrivati a considerare di bombardare delle tende di sfollati. Secondo le IDF una rilevazione aveva stimato che l’attacco si sarebbe potuto condurre “senza danni previsti ai civili.” L’esercito israeliano “si rammarica” per le uccisioni. Le IDF condurranno un’indagine interna, ma anche questa è una storia che si ripete ciclicamente — gli esperti per i diritti umani criticano da sempre come il processo delle indagini interne manchi di qualsiasi forma di trasparenza, e sistematicamente non portino a identificare responsabili, nonostante le indagini durino spesso anche più di un anno. Martin Griffiths, il sottosegretario agli Affari umanitari delle Nazioni Unite, ha commentato con frustrazione la dichiarazione di Netanyahu: “Chiamarlo un ‘errore’ è un messaggio che non significa niente per gli uccisi, per chi è in lutto, e per chi cerca di salvare la propria vita.”

Mentre gli alleati di Israele dicevano alla stampa che erano “indignati” e “disperati” per il massacro di Rafah, le IDF hanno condotto un attacco di artiglieria proprio sulla tendopoli del quartiere Tal Al-Sultan di Rafah, uccidendo altre 7 persone. Sempre su Rafah le IDF hanno condotto un bombardamento su un edificio residenziale, uccidendo un civile, e i carri armati israeliani hanno cannoneggiato la zona circostante alla rotonda Zorob, colpendo l’ospedale da campo indonesiano. Nella città di Gaza l’aviazione israeliana ha bombardato diverse case, causando un numero imprecisato di civili e uccidendone 3.


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