UNR (2)
foto via X @UNRWA

Un’analisi del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite descrive come praticamente impossibile la ricostruzione della Striscia di Gaza — quando l’aggressione israeliana dovesse finire. La valutazione stima il costo della ricostruzione attorno ai 18,5 miliardi di dollari — per ricostruire le case, più di 80 mila, distrutte dai bombardamenti delle IDF servirà fino al 2040, ma i lavori di ricostruzione si estenderanno per ulteriori decenni: per rimediare in modo definitivo a tutti i danni potrebbero servire 80 anni. Rola Dashti, la segretaria esecutiva della Commissione economica e sociale per l’Asia Occidentale ha dichiarato che la Striscia di Gaza sarà “completamente dipendente da assistenza esterna su scala mai vista dal 1948” e “sarà lasciata senza un’economia funzionante, e senza qualsiasi mezzo di produzione, autofinanziamento, impiego, e senza nessuna capacità commerciale.” L’amministratore del Programma di sviluppo, Achim Steiner, denuncia: “I livelli senza precedenti di perdite umane e di distruzione di capitale, e l’aumento drastico della povertà, in un periodo così breve, causeranno una crisi dello sviluppo che minaccia il futuro delle generazioni a venire.”

Il capo di Hamas Ismail Haniyeh ha discusso l’attuale proposta di accordo per il cessate il fuoco con il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel e con il Primo ministro qatarino Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, mentre una nuova delegazione del gruppo palestinese si sta recando fisicamente in Egitto per cercare di far avanzare la trattativa. Una dichiarazione di Hamas riferisce che Haniyeh ha detto che il gruppo sta studiando la proposta “con spirito positivo.” Nonostante l’avanzamento della trattativa, ovviamente, non si fermano i bombardamenti delle IDF — l’ultimo aggiornamento delle autorità di Gaza conta altri 10 morti, tra cui un minorenne, uccisi in attacchi che si sono dispiegati su tutta la Striscia, compresa, come ormai è quasi quotidiano, anche la città di Rafah.

Dopo le tensioni con Tel Aviv delle scorse settimane, Washington sembra essersi completamente riallineata nella propria alleanza ferrea ad Israele. Solo nelle scorse ore: un retroscena di Axios riporta che un gruppo bipartisan di senatori ha incontrato funzionari della Corte penale internazionale per dissuaderli dall’emettere mandati d’arresto contro la leadership israeliana; un altro retroscena, di the Hill, riporta che il leader della maggioranza democratica al Senato Schumer sarebbe pronto a firmare l’invito bicamerale scritto dal collega repubblicano Johnson per chiedere a Netanyahu di parlare davanti al Congresso statunitense; Joe Biden ha attaccato il movimento studentesco, dicendo che “distruggere proprietà non è una forma di protesta pacifica, ed è contro la legge.” Biden ha rifiutato le accuse di autoritarismo, ma ha dichiarato che, anche se “il dissenso è essenziale nella democrazia,” “il dissenso non deve portare al disturbo.” Nei giorni scorsi gli attivisti dei college statunitensi sono stati colpiti da attacchi da parte di contromanifestanti di estrema destra e dalla violenza sproporzionata delle forze dell’ordine — almeno un agente di polizia ha aperto il fuoco durante lo sgombero dell’occupazione alla Columbia University, e molti studenti hanno riportato ferite causate da proiettili non letali sparati all’Università della California – Los Angeles.


Sostieni l’informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis

Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.