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Estratto dalla grafica del Partito democratico

Due giorni dopo la formalizzazione della sua candidatura alle Europee per la Lega — capolista in Italia Centro, ma presente nelle liste di tutte le circoscrizioni — Vannacci ha rilasciato un’intervista alla Stampa in cui ha ripetuto alcuni dei suoi punti “forti.” Nel corso della conversazione con Federico Capurso, il generale ha insistito che Mussolini sia stato “uno statista,” “come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato,” ha definito l’aborto “un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere,” precisando che “non credo che sia un diritto” e si definito a favore di classi con “caratteristiche separate,” isolando le persone disabili: “Sono convito che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita.” Su quest’ultimo punto, che la Stampa cita ovviamente in titolo, Vannacci se l’è presa, sostenendo che la sua risposta fosse più specifica e di non aver auspicato esplicitamente le “classi separate.”

Le affermazioni di Vannacci hanno agitato tutto il campo politico e la società civile, dal Partito democratico, che invita a ignorarlo — “Non gli faremo il favore di rilanciare i suoi deliri, le sue frasi schifose, la vergogna che rappresenta per tutte le donne e gli uomini in divisa” — alla Cei, secondo cui “queste affermazioni ci riportano ai periodi più bui della nostra storia.” Anche dal governo si sono sollevate molte voci infastidite. Secondo il ministro dell’Istruzione Valditara (Lega), dal suo partito sono arrivate “politiche concrete a favore dell’inclusione degli studenti con disabilità,” mentre le ministre Roccella e Santanché, entrambe a Pescara alla conferenza programmatica di FdI, prendono educatamente le distanze. Secondo Roccella “ognuno è libero di candidarsi, è fondamentale che ci siano componenti diverse in ogni schieramento,” mentre Santanché dice esplicitamente: “Tantissime cose mi vedono lontana da Vannacci,” anche se ovviamente “questo non vuol dire giudicare la candidatura di chi si candida in un altro partito, un partito a noi alleato.” Altrettanto duro Giorgetti, che dice di non “condividere” le affermazioni del generale, sottolineando che anche se sarà in lista con il partito, resta indipendente: “Vannacci non è della Lega.”

La dichiarazione di Giorgetti fa eco ad altri commenti leghisti che hanno accolto con freddezza la candidatura di Vannacci. Ma se le dichiarazioni del generale sono così incontrollabili, e la sua linea politica così poco conciliabile con quella della Lega (entrambi se) — perché Salvini ha deciso di candidarlo e dargli un ruolo così naturalmente preponderante nella campagna elettorale della Lega? Secondo un retroscena di ANSA, Salvini avrebbe detto che Vannacci potrebbe muovere fino a 800 mila voti — un balzo del 3% se alle Europee andassero a votare 24 milioni di persone come alle Politiche del 2022, necessario per garantire che a Forza Italia non riesca il sorpasso alle urne. Questi 800 mila voti dovranno essere convogliati dal Mondo al contrario — non il libro, ma il comitato di cittadini nato per “dare un seguito” al testo di Vannacci.


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