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Numerose agenzie ONU, l’OMS, l’OIM, e un gruppo di altre organizzazioni internazionali, tra cui Save the Children, hanno firmato una rara dichiarazione congiunta in cui chiedono un “immediato cessate il fuoco umanitario” sulla Striscia di Gaza: “Un intero popolo è assediato e sotto attacco, gli è negato l’accesso ai beni indispensabili per la sopravvivenza, mentre vengono bombardate case, rifugi, ospedali e luoghi di culto. È inaccettabile.” Il documento denuncia che “sono stati uccisi tantissimi operatori umanitari,” tra cui 88 lavoratori dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione — “il numero più alto di vittime delle Nazioni Unite mai registrato in un singolo conflitto.” Il documento si conclude ricordando che l’aggressione di Gaza da parte delle IDF continua ormai da 30 giorni: “Quando è troppo è troppo. Adesso basta.” Il primo firmatario è Martin Griffiths, il coordinatore dell’OCHA, che la settimana scorsa aveva denunciato individualmente la situazione dopo aver visitato i territori palestinesi.

Il comunicato è stato emesso mentre aviazione e marina israeliana continuavano a bombardare copiosamente la Striscia, in una serie di attacchi che hanno di nuovo interrotto le comunicazioni internet e telefoniche. Mentre scriviamo il conto delle persone uccise si sta avvicinando ai 10mila — sono confermati 9.922 morti. Continua ad aggravarsi anche la crisi sanitaria: il ministro della Salute di Gaza ha pubblicato un altro aggiornamento, chiedendo alla comunità internazionale di intervenire per permettere l’ingresso al valico di Rafah di carburante e materiali medici — i danni causati agli ospedali della Striscia renderà necessario costruire ospedali da campo. Parlando con the New Arab, l’ad di Paltel, l’azienda delle telecomunicazioni palestinesi, Abdul Majeed Melhem ha dichiarato che senza l’ingresso di carburante tra una settimana la Striscia rimarrà definitivamente disconnessa da internet e dalle linee telefoniche.

Nel frattempo, il governo israeliano è rimasto coinvolto in una controversia dopo che il ministro della Tradizione Amichai Eliyahu ha dichiarato che a Gaza ci sono solo “combattenti,” e niente “civili non coinvolti” nel conflitto. Di conseguenza, l’uso della bomba atomica sulla Striscia poteva essere “una soluzione.” Eliyahu ha anche espresso la propria contrarietà a permettere l’accesso ad aiuti umanitari, perché “non manderemmo aiuti umanitari ai nazisti.” Eliyahu fa parte di Otzma Yehudit, “Potere ebraico,” la sigla di estrema destra guidata dal famigerato Itamar Ben–Gvir. Netanyahu ha sospeso il ministero dalle riunioni del Consiglio dei ministri, dichiarando che le sue affermazioni “non sono basate sulla realtà.” Eliyahu non si è dimesso, e sostiene che la boutade sulla bomba atomica fosse “una metafora,” anche se rivendica che “contro il terrorismo” serva “una risposta forte e sproporzionata.” L’Organizzazione della cooperazione islamica ha descritto le sue affermazioni come “razziste,” mentre la Lega araba, l’Arabia Saudita, la Giordania hanno emesso dichiarazioni in cui condannavano il ministro.

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