Palestinians inspect the damage following an Israeli airstrike on the El-Remal area in Gaza City

L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione del nord di Gaza, dove vive più di un milione di persone, entro 24 ore. L’ordine anticipa implicitamente che nelle prossime ore inizierà l’operazione di terra delle IDF sul territorio della Striscia, uno sviluppo che è sembrato imminente più volte dall’inizio del conflitto, ma che finora Israele nega. Il portavoce Stéphane Dujarric ha dichiarato che “le Nazioni Unite considerano impossibile realizzare uno spostamento del genere senza conseguenze umanitarie devastanti.” L’organizzazione intergovernativa chiede che l’ordine sia revocato “per evitare quello che potrebbe trasformare quello che è già una tragedia in una calamità.” Come sempre, le offerte di evacuare la zona sono principalmente una postura assunta dalle autorità israeliane nei confronti del pubblico internazionale che segue lo svilupparsi del conflitto: i residenti di Gaza non hanno vie attraverso cui evacuare la Striscia — certamente non nei numeri richiesti dall’esercito.

Nebal Farsakh, una portavoce della Mezzaluna crescente palestinese, ha detto ad Al Jazeera, piangendo: “Senza parlare di cibo, elettricità, carburante, l’unica preoccupazione ora è riuscire a farcela — se si riesce a sopravvivere.” Un portavoce delle brigate al–Qassam, il braccio armato di Hamas, ha dichiarato che i combattenti palestinesi sarebbero in grado di contrastare un’invasione di terra israeliana: “La minaccia del nemico di espandere l’aggressione via terra ci costringerà ad attivare opzioni che faranno male al nemico.”

Il ministro degli esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha dichiarato che la continuazione dei crimini israeliani contro la popolazione palestinese farà scattare una risposta dal “resto dell’asse.” L’Asse di Resistenza è l’alleanza tra Iran, i gruppi partigiani palestinesi, la Siria, ed Hezbollah: “Qualche funzionario occidentale si è chiesto se c’è l’intenzione di aprire un nuovo fronte contro l’entità sionista. Certamente, alla luce della continuazione di queste circostanze che sono crimini di guerra.”

Dagli Stati Uniti, Alexandria Ocasio–Cortez ha commentato la notizia dicendo che gli Stati Uniti devono “fermare” l’operazione. Le ha risposto Eli Kowaz, policy advisor dell’Israel Policy Forum, un’organizzazione israelo–americana che dichiara di essere per la soluzione dei due stati: “Israele non deve giustificarsi con te su come si difende. Un preavviso di 24 ore al proprio nemico è già fin troppo generoso.” Oggi in Israele arriva anche Tajani, che farà visita per “ribadire la nostra vicinanza ad un popolo ferito dalla violenza del terrorismo di Hamas.” Saranno presenti anche von der Leyen e Roberta Metsola.

Sostieni l’informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis

Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.