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foto CC BY 2.0 Agência Senado

Luiz Inacio “Lula” da Silva è di nuovo, per la terza volta, presidente del Brasile. “Il nostro messaggio al Brasile è di speranza e ricostruzione,” ha spiegato nel proprio discorso alla Camera dei deputati

“Il mandato che abbiamo ricevuto, di fronte a avversari ispirati dal fascismo, sarà difeso attraverso la nostra costituzione democratica. Risponderemo all’odio con l’amore, alle menzogne con la verità, al terrorismo e alla violenza con la legge.” Nonostante i messaggi di riconciliazione del paese, che esce profondamente segnato dalla presidenza Bolsonaro, Lula non è stato delicato nei confronti del suo predecessore: “Non abbiamo nessuno spirito di vendetta contro chi ha cercato di piegare la nazione ai propri schemi personali ed ideologici, ma garantiremo lo stato di diritto (…) E chi ha sbagliato risponderà dei propri errori.” Lula ha anche criticato il proprio predecessore per la gestione sconsiderata della pandemia, riferendosi alla morte di quasi 700 mila brasiliani come di un “genocidio” — le cui “responsabilità devono essere investigate e non possono rimanere impunite.”

Lula si è poi recato al festival organizzato dalla moglie Rosângela “Janja” Lula da Silva per celebrare l’inizio della sua presidenza. Nel proprio discorso durante la festa — durante il quale ha baciato la moglie sul palco — ha parlato della necessità di difendere i diritti delle donne, e di “guadagnare lo stesso salario quando fanno lo stesso lavoro degli uomini.”

Lula si trova in una posizione complessa: il paese ha bisogno di riforme profonde e vanno riviste con urgenza le misure più gravi introdotte da Bolsonaro. Il presidente ha iniziato di corsa, firmando una pila di decreti e provvedimenti provvisori per iniziare i lavori del nuovo governo. Tra le altre cose:

  • Un decreto sospende la registrazione di nuove armi per i CAC — il gruppo di persone definito dalla legge brasiliana come “Colecionadores, Atiradores e Caçadores,” “Collezionisti, tiratori e cacciatori” — e l’emissione di autorizzazioni per nuovi poligoni di tiro. Il testo, inoltre, introduce nuove normative per il porto d’armi, per il quale sarà necessario produrre una “dimostrazione di necessità.” Tutte le armi comprate dopo il maggio 2019 dovranno essere ri-registrate;
  • Con un decreto viene ristabilito il funzionamento del Fondo Amazzonia, che era rimasto paralizzato fin dal primo anno di presidenza Bolsonaro;
  • Un altro decreto in ambito ambientalista mira a combattere la deforestazione e le miniere illegali. Inoltre, si impegna il ministro dell’Ambiente a pubblicare entro 45 giorni una proposta di nuova regolamentazione per il Consiglio nazionale ambientale, che era stato riformato da Bolsonaro;
  • Lula ha firmato un documento che obbliga la Revisione dei conti a rivalutare, entro 30 giorni, le decisioni prese durante lo scorso governo su quali documenti secretare. Bolsonaro si era comportato molto liberamente, ad esempio nascondendo al pubblico dettagli sull’accesso al potere dei suoi figli;
  • Sono stati firmati anche tre provvedimenti provvisori per l’aumento dei ministri, la sospensione delle tasse federali sui carburanti e per un maggiore finanziamento per i programmi di welfare dello stato;
  • Infine, Lula ha chiesto ai propri ministri di rivedere e indicare quali aziende di stato sono da rimuovere dalla lista del Programma di privatizzazione nazionale. Tra queste ci sono Petrobras e Correios, l’azienda che si occupa di servizi postali.

Lula però deve anche confrontarsi con un paese profondamente diviso, dopo elezioni che l’hanno visto uscire vincitore senza un margine netto. Ieri Bolsonaro se n’è stato zitto — non ha nemmeno partecipato alla tradizionale cerimonia del passaggio del potere. Il figlio Eduardo invece ha sentito il bisogno di andare su Twitter a scrivere “per chi dice che il comunismo non esiste,” pubblicando una foto di parte della folla che era in strada per partecipare alle celebrazioni. “Provate a cercare una bandiera brasiliana” tra la folla, ha commentato il deputato — gli è stato fatto notare che tra la folla era presente un telo enorme con la bandiera del Brasile. Non sorprende, insomma, che anche la stampa conservatrice commenti la giornata di ieri auspicando la nascita di una “nuova opposizione” al governo di Lula.

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