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Da Giorgia Meloni a Matteo Renzi, il fronte per una riforma costituzionale è molto ampio. Tutti parlano di presidenzialismo — ma cosa hanno in mente di preciso?

L’idea di una commissione bicamerale per discutere delle riforme costituzionali — lanciata due giorni fa da Giorgia Meloni a Porta a porta — è finita al centro del dibattito elettorale: Letta l’ha respinta al mittente, dicendo che in ogni caso il Pd mantiene una “fortissima” opposizione al presidenzialismo, perché “la Costituzione nella sua parte centrale va salvaguardata.” Non stupiscono invece le aperture di Azione-Italia Viva: secondo Maria Elena Boschi una bicamerale “può essere un’ipotesi,” e anche Calenda ha parlato di una “buona soluzione.”Secondo il costituzionalista Massimo Villone, che da senatore ha fatto parte della bicamerale voluta da D’Alema tra il 1997 e il 2001, “Meloni vende fumo,” perché in ogni caso “una bicamerale non è isolata” rispetto al resto del Parlamento e ne riflette gli equilibri.

Letta sta impostando queste ultime due settimane di campagna elettorale nel tentativo di smontare l’immagine di una Meloni “moderata”: in comizio a Cagliari ha detto che “il vero progetto di Meloni è in quel discorso che fece in Spagna, di fronte alla platea di Vox, partito post-franchista.” Nonostante una parziale ritrattazione sull’“allarme democratico” — ieri ha detto che “la democrazia non è a rischio” perché “il nostro sistema regge e reggerà” — intervistato questa mattina sulla Stampa insiste sul rischio che la destra stravolga la Costituzione e “mandi a casa Mattarella.” Il segretario del Pd torna ad attaccare anche il “terzo polo” e Conte — “la loro causa è quella di sconfiggere il Pd e di prenderne il posto” — e specificamente Renzi in quanto “padre” del Rosatellum: “La legge elettorale è figlia di Renzi, se l’è costruita con l’idea che il suo 40% potesse diventare il 60 in Parlamento. Un trucco da apprendista stregone che poteva avere solo esiti nefasti.” Ma il Pd ha fatto abbastanza per cambiarla, dal 2018 ad oggi? “Onestamente ho fatto di tutto — risponde Letta — ma ho trovato un Parlamento troppo frammentato.” 

“Il voto utile non esiste, è una grande mistificazione. Esiste il voto giusto, i cittadini lo devono dare alle forze politiche che appaiono più affidabili.” Parola di Giuseppe Conte, che si è concesso un bagno di folla a Torino insieme all’ex sindaca, ora candidata, Chiara Appendino. In mattinata è stato invece al mercato di Baggio, quartiere popolare di Milano, nel contesto di un tour elettorale nelle regioni del Nord — dove il Movimento 5 Stelle è più debole. L’ex premier rivendica i risultati dei propri governi e difende, in particolare, il Reddito di cittadinanza, tanto da paventare il rischio di una “guerra civile” se il futuro governo di destra dovesse abolirlo.

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in copertina, composizione foto: CC BY 2.0 European People’s Party, CC0 EU2016 SK, foto via Facebook giorgiameloni.paginaufficiale