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Mentre il governo cerca di normalizzare la necessità che le famiglie usino meno condizionatore e riscaldamento, la politica italiana gioca annoiata a cercare uno scandalo

Ricordate la vecchia storia secondo cui il governo Renzi avrebbe partecipato a un complotto internazionale per sabotare la vittoria di Trump alle elezioni del 2016, “confezionando” lo scandalo del Russiagate? Lanciata nel 2019 da uno dei personaggi chiave della vicenda, George Papadopoulos, e poi tornata in auge nel 2021 con il meme “Italy did it,” secondo cui ci sarebbe lo zampino di Renzi anche dietro la vittoria di Biden alle ultime elezioni, questa storia si è arricchita di un nuovo capitolo grazie a uno scoop di Repubblica, che rivela l’esistenza di una cena segreta a Roma tra il segretario alla giustizia di Trump William Barr e il direttore del Dis Gennaro Vecchione, avvenuta nell’estate del 2019, al termine di un incontro autorizzato direttamente dall’allora presidente del Consiglio Conte. Secondo la ricostruzione, Barr era in Italia proprio per indagare sul presunto coinvolgimento italiano nel Russiagate, e Conte avrebbe in qualche modo accreditato questo sospetto facilitando le indagini piuttosto irrituali da parte statunitense — il tutto poche settimane prima del famoso tweet di endorsement di Trump a “Giuseppi Conte.”

Conte ha già parlato di questi incontri di fronte al Copasir, dicendo in sostanza che tutto si è svolto in trasparenza, ma secondo Renzi nella sua versione ci sarebbero dei “buchi neri.” Conte ha ribattuto dicendo di non essere stato a conoscenza della cena tra Barr e Vecchione, negando qualsiasi “patto” con Trump e invitando lo stesso Renzi a presentarsi al Copasir per “riferire tutta la verità.” Il leader di Italia Viva ha rilanciato proponendo “un confronto tv all’americana” (sic). Intervistato oggi sulla Stampa, definisce Conte un “incapace e incopetente” che “voleva solo salvarsi la poltrona.”

A proposito di Conte e Russia, le carte emerse dall’indagine del Copasir sulla missione russa in Italia nel marzo 2020 rivelano che si trattò di un’operazione piuttosto articolata dal punto di vista logistico, per la quale il governo italiano ha dovuto pagare circa 3 milioni di euro tra vitto, alloggio e spostamenti. Il tono e lo stile delle comunicazioni tra la Farnesina e il Cremlino, oltre al fatto che il materiale sanitario fosse insufficiente rispetto alle esigenze, “alimenta il sospetto che l’obiettivo dei russi fosse l’attività spionistica e non l’aiuto umanitario,” scrive sul Corriere Fiorenza Sarzanini.

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in copertina: Matteo Renzi, foto Presidenza della Repubblica; Giuseppe Conte, foto CC BY-SA 3.0 Governo.it

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