FNG3Gd1WUAgt4ns

Una palestra bombardata a Charkiv.
Foto via Twitter @michaelh992

È stata una giornata di riorganizzazione per le truppe russe in Ucraina. Tuttavia, questa notte sono continuati i bombardamenti su Charkiv e nell’oblast di Žytomyr

È stata una giornata di riorganizzazione per le truppe russe in ’Ucraina: secondo l’ultimo report dall’esercito ucraino riporta che le truppe di terra continuano a concentrarsi su Kyiv e verso la Centrale idroelettrica di Kaniv, 100 km a sud della capitale, mentre continuano i bombardamenti di Charkiv e Mykolaïv. L’ultimo aggiornamento dell’Istituto per lo studio della guerra parla di una “breve pausa operativa.” Una breve pausa non significa che l’aggressione non continui: questa notte sono continuati intensi bombardamenti su Charkiv.

La pausa è probabilmente necessaria anche per valutare nuove strategie: all’undicesimo giorno di guerra la Russia non ha ancora conquistato la supremazia aerea, anzi ieri l’aviazione di Mosca ha subito ingenti perdite. Da questo punto di vista il controllo della Centrale idroelettrica di Kaniv sul Dnieper è fondamentale: insieme al controllo della centrale nucleare di Zaporižžja permetterebbe alla Russia di minacciare — e provocare — blackout diffusi su una larga parte del paese. Il Kyiv Independent ha pubblicato un breve video dalla sala di controllo della centrale nucleare mentre divampava l’incendio nelle strutture amministrative. Nel video si sente un messaggio diramato dalla sala attraverso gli speaker dello stabilimento: “Interrompete immediatamente i combattimenti. State mettendo in pericolo la sicurezza di tutto il mondo.”

A Mariupol, dove è finita l’acqua, il corridoio umanitario non sta funzionando: le truppe russe non hanno realizzato il cessate il fuoco necessario per garantire il transito in sicurezza dei civili. In un’intervista su YouTube con il giornalista e politico Dmitro Gordon, il sindaco ha accusato i militari di voler “soffocare” la città: “Vogliono interrompere la consegna di beni di prima necessità e medicinali.” Mentre scriviamo stanno arrivando report più dettagliati dalle azioni di guerra della notte, compresi due bombardamenti nell’oblast di Žytomyr, su Ovruč, dove sono state colpite 15 case, e su Korosten, dove nel bombardamento ha perso la vita una persona.

Putin è intervenuto di nuovo per commentare l’andamento della guerra — durante un incontro con alcune assistenti di volo di Aeroflot (sì): il presidente russo ha mentito, dicendo che le truppe di Mosca hanno “praticamente” completato la distruzione delle infrastrutture militari ucraine, e poi ha redarguito in modo grave le forze atlantiste, dichiarando che le sanzioni imposte contro la Russia “sono simili a una dichiarazione di guerra.” Durante lo stesso discorso Putin ha detto che non intende imporre la legge marziale in Russia.

Intanto Visa, Mastercard e PayPal hanno annunciato che sospenderanno le proprie operazioni in Russia. Nei prossimi giorni tutte le transazioni avviate da carte Visa create in Russia non funzioneranno più in tutto il mondo, e tutte le carte di credito non funzioneranno all’interno del paese. Il governatore della Banca nazionale ucraina Kirilo Ševčenko aveva chiesto a Visa e Mastercard di sospendere le operazioni lunedì scorso.

In Italia

Il congelamento di beni agli oligarchi russi è cominciato anche in Italia. Ieri sono stati sequestrate cose per un valore di circa 143 milioni di euro a persone vicine alla presidenza Putin: la villa sul lago di Como di Vladimir Soloviev, conduttore televisivo; i megayacht di Gennady Timchenko e Alexei Mordashov, la villa di Oleg Savchenko in provincia di Lucca e quella in costa Smeralda di Alisher Usmanov, ex direttore generale di Gazprom Invest.

E l’Italia si accoda agli altri paesi europei anche nella sospensione dell’attività giornalistica dalla Russia, in seguito alle leggi-bavaglio imposte dalle autorità del paese: ieri RaiAnsa e Tg5 hanno sospeso i servizi dal paese per l’impossibilità di tutelare completamente i propri dipendenti. I quattro inviati Rai dovranno tornare in Italia, mentre a i corrispondenti Marc Innaro e Sergio Paini è stata lasciata l’opzione di prendere delle ferie ma restare a Mosca.

Nel frattempo continuano le proteste di una fetta della società civile italiana contro la guerra in Ucraina e la politica di aiuti militari del governo: ieri a Roma si è tenuta una manifestazione per la pace: circa 50 mila persone hanno sfilato tra piazza della Repubblica e piazza San Giovanni, con la presenza anche di Maurizio Landini, secondo cui “Questo è il momento del coraggio, della responsabilità ma anche dell’utopia.” Erano presenti molti partiti a sinistra del Pd e anche degli esponenti democratici come Beppe Provenzano e Gianni Cuperlo.

È il momento di identificare con più freddezza gli errori strategici che hanno reso il paese così dipendente dal gas russo, e chiedersi se le misure in discussione in questi giorni siano potenzialmente efficaci: l’Algeria e soprattutto l’Azerbaigian, paesi identificati come possibili sostituti della Russia nella fornitura di gas all’Italia, sono legati al Cremlino da rapporti di varia natura ma comunque piuttosto stretti, che potrebbero renderli non del tutto adatti al ruolo. Più in generale, fa notare Alessandro Runci su Domani, le politiche energetiche italiane sono state pesantemente influenzate dagli interessi di Eni, che collabora con aziende energetiche russe in diversi settori e territori — ad esempio possiede grandi giacimenti in Kazakistan, sempre nell’orbita di Mosca. Eni è l’ultima grande compagnia petrolifera europea a non avere espresso pubblicamente alcuna condanna per l’aggressione russa all’Ucraina.

Sostieni l’informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis