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L’Italia ha deciso di inviare armi all’Ucraina senza troppe discussioni, ma l’aumento della spesa militare non è una novità: per quest’anno il budget della Difesa ha raggiunto una cifra record

Come arriveranno all’Ucraina le armi di cui il Parlamento ha appena autorizzato l’invio? La logistica della consegna sarà gestita dalla Nato: arriveranno con un ponte aereo alla frontiera e poi proseguiranno con un convoglio terrestre — spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera — ma probabilmente entreranno in gioco anche contractor privati. Fino al 30 settembre vengono messi a disposizione della Nato circa 4.000 soldati — i primi 1.350 sono già pronti a partire per stanziarsi in Romania e Ungheria.

Subito dopo il voto, i parlamentari della Commissione Difesa hanno ricevuto una mail piuttosto minacciosa da parte dell’ambasciata russa in Italia, in cui si ribadisce quanto già detto più volte da Mosca: “I cittadini e le strutture della Ue coinvolti nella fornitura di armi letali alle Forze Armate Ucraine saranno ritenuti responsabili di qualsiasi conseguenza di tali azioni.” Secondo il ministro Guerini, il messaggio “dà il senso dell’arroganza del regime russo.” In Unione europea sono soltanto sette i paesi che non invieranno armi in modo diretto — anzi sei, perché anche la Spagna, dopo alcuni tentennamenti interni, ha deciso di spedire un carico di armi.

Le voci contrarie all’invio di armi, in deroga alla legge 185/90, restano piuttosto isolate: su Domani, il politologo Pietro Ignazi spiega che “un tale cambio di passo rischia a di spianare la strada a giustificazioni tipiche dello stato di eccezione,” mentre in situazioni come questa andrebbe mantenuto “un atteggiamento improntato alla critica e alla razionalità.” A trovarsi nella posizione più imbarazzante è il Pd, che ha sposato l’invio di armi all’Ucraina senza alcuna discussione interna si trova a dover gestire i rapporti con la propria base antimilitarista e pacifista e con il mondo delle associazioni: l’Anpi ha già espresso la propria contrarietà, dicendo che la decisione italiana potrebbe essere interpretata dalla Russia come un atto di cobelligeranza, portando a un’ulteriore escalation. Sabato ci sarà a Roma una manifestazione nazionale per la pace e il disarmo, promossa dai sindacati e numerose altre associazioni.

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in copertina, soldati italiani in supporto all’operazione Southern Strike a Herat. Foto dominio pubblico / defenseimagery.mil