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Il candidato Luca Bernardo promette l’abolizione di Area B e la riduzione di Area C: eppure, da pediatra, dovrebbe sapere quali sono gli effetti dell’inquinamento sulla salute delle persone, in primis dei bambini

Secondo le stime, ogni anno a Milano muoiono 1500 persone per l’inquinamento atmosferico. Il dato è noto da tempo, ma non è affatto al centro del dibattito pubblico. Anzi, in vista delle prossime elezioni comunali, per la destra le priorità sembrano essere esattamente opposte. Infatti, il candidato della coalizione di destra Luca Bernardo ha dichiarato che, se verrà eletto, abolirà Area B e ridimensionerà Area C, le due zone a traffico limitato che interessano il territorio comunale.

“Sull’Area C non si può tornare indietro, ma bisogna immaginare e pensare un periodo più corto, quindi magari dalle 7.30 alle 14.30,” ha dichiarato il candidato. La destra sembra aver deciso di giocare questa campagna elettorale quasi interamente sulla viabilità: nel corso dell’ultimo anno la giunta infatti si è imbarcata in alcuni lavori di ridefinizione urbanistica che l’opposizione si propone di invertire radicalmente.

L’esempio migliore di questo approccio è l’assurda guerra che ha iniziato a combattere contro le poche piste ciclabili tracciate nel corso dell’ultimo anno in alcune tra le principali arterie milanesi, soprattutto sull’asse Duomo-Porta Venezia-Loreto-viale Monza. Tutto è cominciato proprio un anno fa, quando la Lega aveva addirittura promosso un presidio contro la pista ciclabile di viale Monza.

In quell’occasione era intervenuta persino l’Aci di Milano — presieduta nientemeno che da Geronimo La Russa, figlio di Ignazio — che aveva provato a farsi passare come portavoce degli automobilisti scagliandosi contro un presunto eccesso di “mobilità dolce.” Storicamente, a Milano, una parte della città ha sempre combattuto contro ogni limitazione del traffico veicolare — a partire dalle polemiche del 1987 sulla pedonalizzazione di corso Vittorio Emanuele.

Questa frenesia di circolare liberamente e ovunque in auto ha un costo reale: Milano è una delle città più inquinate del pianeta, classificandosi tra le prime venti metropoli per peggior qualità dell’aria prima della pandemia. Con la ripresa delle attività dopo il sollevamento delle restrizioni e la diffidenza ancora diffusa verso i mezzi pubblici, il problema non è diminuito, anzi. La reintroduzione di Area B a partire dal 9 giugno è stata quindi fondamentale per diminuire il traffico in centro, che stava arrivando a livelli più che allarmanti.

Il fatto che Bernardo proponga di abolire o ridurre le misure di limitazione del traffico automobilistico in vigore stride con la sua preparazione medica e pediatrica. La professione del candidato sindaco della destra milanese era già stata al centro di uno scandalo due settimane fa, riguardo alla sua dichiarazione di essere “entrato con l’arma in ospedale,” in seguito alle dichiarazioni rilasciate a Repubblica di Michele Usuelli, medico e consigliere regionale lombardo di + Europa. È noto che l’inquinamento ha effetti particolarmente deleteri sulla salute dei bambini: secondo lo studio States of global air 2020, dei 6,7 milioni di morti correlati all’inquinamento atmosferico nel mondo quasi mezzo milione sono bambini: soprattutto tra i nati prematuri, infatti, un’esposizione all’inquinamento nei primi giorni di vita o durante la permanenza nell’utero materno può aggravare in modo decisivo un quadro clinico delicato. 

Senza arrivare ai casi più estremi, uno studio tedesco ha dimostrato che soglie di inquinamento anche inferiori a quelle consentite dagli standard europei possono avere conseguenze negative sullo sviluppo del sistema respiratorio dall’infanzia fino all’adolescenza, con effetti che durano tutta la vita. Forse il dottor Bernardo dovrebbe leggere anche questo studio del Royal College of Paediatrics and Child Health, che assegna un ruolo chiave ai pediatri e li invita a svolgere un’azione attiva di sensibilizzazione presso le famiglie, informandole sui rischi dell’inquinamento sulla salute dei bambini e illustrando loro i possibili comportamenti individuali da mettere in atto per difendersi o ridurre la propria impronta ecologica.

“Mentre i dati evidenziano inequivocabilmente che il traffico è la prima causa di inquinamento nella nostra città, le notizie ci raccontano che molti sindaci coraggiosi, supportati dai loro cittadini e rieletti stanno adottando piani di risanamento ambientale che hanno già trasformato le rispettive città in tempi eccezionalmente brevi,” ha scritto in una lettera aperta indirizzata a Bernardo la presidente dell’associazione Cittadini per l’aria, Anna Gerometta.Ho deciso di scriverLe per chiederLe quale vuoto di conoscenza conduce un uomo che ha fatto della salute la sua missione, che ha scelto per professione di curare i più piccoli e vulnerabili, a pianificare di remare contro la loro salute e il loro benessere.” 

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L’associazione si spende da anni per far notare che quanto messo in pratica finora dall’amministrazione milanese è insufficiente per i pericolosi livelli d’inquinamento della città. In un’intervista dello scorso febbraio, Gerometta faceva notare al Corriere che nessuna città tedesca durante la pandemia aveva sospeso le limitazioni alle ztl come invece è accaduto a Milano, e a Bruxelles l’intera città è stata resa una zona 30, in cui le auto non possono superare il limite di 30 chilometri orari. 

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Infatti le posizioni retrograde ed estremiste di Bernardo e della coalizione di destra hanno l’effetto di far sembrare le azioni della giunta Sala come particolarmente virtuose mentre, in realtà, sono molto timide. Sala ha replicato alle affermazioni di Bernardo sostenendo “con nettezza che noi andremo avanti sull’area B e C se vinceremo, perché crediamo che sia per il bene dei cittadini.” Gli ha fatto eco l’assessore Granelli, secondo cui Bernardo “non tiene alla salute dei milanesi.” Eppure in città potrebbero essere tracciate più piste ciclabili, aumentate le zone 30 — mentre l’amministrazione Sala rimane pur sempre quella che ha aumentato di 50 centesimi il biglietto Atm, che va nella direzione opposta di una mobilità pubblica più pervasiva e non discriminatoria.

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Tommaso Sansone ha partecipato alla stesura di questo articolo. In copertina, foto CC-BY scatto_felino, elaborazione the Submarine.