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Dall’incidente di questa settimana a Leverkusen ai casi di Vicenza e Seveso, la contaminazione da sostanze tossiche è il rovescio della medaglia dell’industria chimica mondiale

L’inquinamento è un problema grave, che mette a rischio il presente e il futuro del nostro pianeta. Ma non bisogna dimenticare che, oltre a quello causato dalle emissioni di gas climalteranti, ce n’è anche un altro: l’inquinamento chimico, che avvelena terre, fiumi, aria, vita. Un inquinamento che già oggi è causa di un sesto — sì — delle morti premature in tutto il mondo, e di cui non si parla abbastanza.

Partiremo raccontando il disastro di Leverkusen, in Germania, dove martedì mattina si è verificata una gigantesca esplosione in uno degli impianti chimici più grandi d’Europa. Sono morte almeno due persone, e non sembra esserci speranza per altri cinque dispersi, mentre non è ancora chiaro quanti e quali inquinanti chimici siano stati dispersi nel territorio circostante.

La mancanza di chiarezza, in effetti, è uno dei motivi per cui è così difficile contrastare l’inquinamento chimico: non esistono veri e propri protocolli internazionali per l’analisi del rischio, e la grande quantità di molecole chimiche inventate di continuo rende difficile analizzarne tutte le possibili controindicazioni: per svolgere test esaustivi su tutte le molecole inventate ogni anno, con le capacità attuali, occorrerebbero 2 mila anni. 

La storia dell’inquinamento chimico è dunque una storia di pentimenti: come il caso della contaminazione da Pfas in provincia di Vicenza, dove la seconda falda acquifera più grande d’Europa è stata inquinata per decenni da sostanze per le quali — nonostante ne sia da tempo nota la tossicità — non ci sono state fino agli scorsi anni regolamentazioni. Risultato: a luglio è partito un processo su quello che è uno dei più grandi disastri ambientali della storia italiana.

Per finire cercheremo di fare il punto sul disastro dell’Icmesa di Seveso del 1976, probabilmente l’incidente chimico italiano più grave e noto della storia recente, provando a capire perché uno dei nostri speaker non possa ancora coltivare le zucchine sotto casa.

Show notes

In questa puntata sono con voi: Stefano Colombo e Alessandro Massone. Per non perderti nemmeno un episodio di TRAPPIST, abbonati su Spotify e Apple Podcasts.

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in copertina: JuergenPM / Pixabay Licence. Elaborazione CC-BY the Submarine