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in copertina, grab via Twitter

È uno smartphone qualsiasi, ma con preinstallate le app dei media che sostengono l’ex presidente caduto in disgrazia — e con un app store che si chiama, non scherziamo, PatriApp

Era solo una questione di tempo perché qualcuno provasse a mettere in vendita uno smartphone per sostenitori di Donald Trump: è il caso del… “Freedom Phone” (sì), un telefono che promette di liberare i suoi utenti dallo “spionaggio” e dalla “censura” di Big Tech, al modico prezzo di 499 dollari.
Il telefono, di cui i produttori non comunicano nessuna specifica e nessuna strategia per gli aggiornamenti, promette di liberare i suoi utenti — conservatori convinti le cui idee sono soffocate dalla cultura del politicamente corretto, o qualcosa del genere — dallo “spionaggio” e dalla “censura” delle aziende della Silicon Valley, viste nei circoli trumpiani come troppo vicine all’ideologia liberal.
Secondo la descrizione del prodotto, Freedom Phone monta “Freedom OS,” un sistema operativo “basato” su Android. Le app si possono scaricare da un app store “dove non ci sarà mai censura,” che si chiama, non stiamo scherzando, “PatriApp.” Preinstallate, ci sono un po’ di app effettivamente utili per proteggere la privacy — come Signal e DuckDuckGo — e altre che permettono di accedere subito ai media trumpisti, come Newsmax e One America News Network.
Ovviamente, il “miglior telefono del mondo” in realtà è un telefono budget prodotto in Cina. Specificamente, sembra una versione white label dell’Umidigi A9 Pro, che trovate online anche attorno al centinaio di euro, molto meno di quello che dovranno pagare i sostenitori dell’ex presidente. La libertà, dopotutto, ha un prezzo. Ad oggi, sul sito del produttore di Freedom Phone, non è indicato da nessuna parte che il telefono è prodotto in Cina, e in realtà non sono indicate proprio le specifiche del telefono. Il fondatore dell’azienda, su Twitter, scrive che il telefono è assemblato a Hong Kong, ma Umidigi ha sede e produce telefoni da Shenzhen.

https://twitter.com/erikfinman/status/1415328529034715141
Ma chi c’è dietro questa truffa idea? Un tale Erik Finman, che si descrive come il “più giovane miliardario di BitCoin,” e che, se dobbiamo credere alla stampa, esiste davvero, e avrebbe investito un migliaio di dollari nel 2011, diventando milionario grazie all’esplosione del valore delle criptomonete.

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