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La GERD costituisce una minaccia vitale per l’economia di Sudan ed Egitto, ma è un investimento troppo importante per l’Etiopia perché si trovi un facile compromesso. E i rapporti tesissimi tra Stati Uniti e Cina rendono difficile una soluzione grazie a una terza parte

Martedì l’incontro tra Egitto, Sudan e Etiopia per trovare un accordo sulla Gerd, la Grande diga del rinascimento etiope, è fallito prima di iniziare. L’Etiopia, infatti, ha rifiutato la proposta di invitare ispettori terzi — statunitensi, europei, cinesi o altro — come richiesto dal Sudan. Il fallimento racconta benissimo le difficoltà che i tre paesi stanno attraversando. Il dittatore egiziano al-Sisi ha minacciato esplicitamente l’Etiopia di guerra. Il Sudan sostiene la decisione unilaterale di costruire la diga da parte dell’Etiopia è un atto illegale secondo la legge internazionale. 

Riuscire a ricondurre la crisi in un contesto di accordo transnazionale, in un momento in cui Stati Uniti e Cina — i due investitori più importanti della regione — a stento si parlano, sembra però molto difficile.

Della diga in Italia si è parlato molto poco, ma in realtà si tratta di una storia che ci tocca da vicino: la GERD è stata costruita da Webuild, ex–Salini Impregilo, il colosso delle grandi costruzioni, che da sempre è attivissimo in Africa e che in Etiopia era già stato coinvolto nella costruzione — e nelle controversie — della diga Gibe III.

Show notes

In questa puntata sono con voi: Stefano Colombo @stefthesub e Alessandro Massone @amassone. Per non perderti nemmeno un episodio di TRAPPIST, abbonati su Spotify e Apple Podcasts.

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