chiamando-eva-401ab

in copertina, elaborazione da una foto di Non una di meno Milano, via Twitter

In Italia c’è una vittima di femminicidio ogni tre giorni, ma i giornali continuano a parlarne come sparsi episodi di cronaca nera. Ne abbiamo parlato con la giornalista Claudia Torrisi, nella prima puntata della quarta stagione di Chiamando Eva

In occasione del 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato pubblicato il VII rapporto Eures sul femminicidio in Italia: dai dati risulta che sono 91 le donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020 — una ogni tre giorni. Nel corso dell’anno sono diminuite significativamente solo le vittime femminili della criminalità comune (da 14 a 3 nel periodo gennaio–ottobre 2020), mentre risulta sostanzialmente stabile il numero dei femminicidi familiari, da 85 a 81).

A inasprire ulteriormente la situazione ha giocato un ruolo decisivo il lockdown: obbligate a stare in case, molte donne si sono ritrovate rinchiuse con il loro proprio carnefice. Non ha inoltre aiutato la mancanza reale di spazi fisici per accogliere donne in difficoltà nei primi mesi della pandemia, un altro fattore che messo in grave difficoltà i centri antiviolenza.

Una tematica che non risulta però emergere da quanto si legge nella stampa: i femminicidi finiscono sempre per essere un trafiletto di cronaca. E quando viene data attenzione, non manca la tendenza a voler comprendere le ragioni di chi ha commesso un delitto, a colpevolizzare la vittima — come a voler dire, ancora una volta, che se una donna è vittima di violenza fa meglio a tacere.

Con Elena e Francesca è ospite per questa prima puntata della quarta stagione Claudia Torrisi, giornalista che si occupa di diritti di genere per Valigia blu e altre testate come Internazionale, Open Democracy e Vice. 

Linkini

* * *

Chiamando Eva è una conversazione quindicinale su femminismo, donne, e la vita. Recupera le puntate direttamente su Spotify o Apple Podcasts, e abbonati per non perderne nemmeno una.