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Il video in cui Sgarbi alla Camera cerca di smentire i dati sull’epidemia è arrivato anche all’estrema destra sudafricana, che lo usa per denunciare l’ennesima “ingiustizia verso i bianchi”

Scorrendo il mio news feed Facebook, l’altro giorno mi sono imbattuta in qualcosa che ha dell’incredibile. Un video di Sgarbi. Di per sé non è assurdo trovare un video di Sgarbi sul mio news feed. Ammetto di essere una cultrice del trash, e spesso i miei amici mi taggano in video e meme poco aulici. Da Germano Mosconi a Sgarbi, il passo dell’algoritmo è breve. La cosa che però mi ha lasciata basita è stato scoprire chi lo stesse condividendo con insistenza: i miei conoscenti in Mozambico e in Sudafrica.

https://www.youtube.com/watch?v=bUCWcft6kao

Vivo nel sud del Mozambico — per circa 6 mesi all’anno — da ormai 4 anni. Il posto in cui abito è una comunità relativamente piccola a meno di due ore dalla capitale Maputo e a pochi chilometri dal confine sudafricano. A causa della sua posizione e per il suo interesse turistico, il villaggio è crocevia di gente di tutti i tipi e di tutte le nazionalità, ma conta una larga presenza di sudafricani.

Il video “Italian Leader Slams ‘False COVID-19 Numbers: 25K Did Not Die, it’s a way to Impose a Dictatorship’” (“Leader italiano critica i ‘numeri falsi del COVID-19: non ci sono stati 25 mila morti, è un modo per imporre una dittatura’”) è un estratto dell’intervento di Sgarbi alla Camera avvenuto il 24 Aprile. Il titolo con cui è stato caricato su YouTube contiene diversi termini rivolti a un target ben preciso: chi non crede nell’informazione ufficiale sul coronavirus e vede in esso un “piano dei poteri forti.” È stato caricato sulla piattaforma il 4 maggio e ha già quasi un milione di visualizzazioni. Il canale che lo ha caricato è RAIR Foundation (Raise, Align, Ignite, Reclaim). Se non dovesse bastare il nome, la grafica del logo e le immagini di un’aquila che vola indomita nei cieli alla fine del discorso di Sgarbi, una breve visita al sito della Fondazione vi toglierà ogni dubbio sul suo schieramento politico. Ha fatto il giro del mondo e ritorno: è lo stesso video che aveva fatto parlare di sé nei giorni scorsi quando era stato condiviso su Twitter anche da Elon Musk.

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Non è una presentazione o una chiara dichiarazione politica a dissipare i dubbi (manca infatti una pagina di presentazione o di contatti), bensì la natura degli articoli pubblicati: “GERMAN COURT RULES: SICK ELDERLY MAN MUST BE EVICTED FROM HOME TO MAKE WAY FOR ILLEGAL MIGRANTS” (“Sentenza di una corte tedesca: anziano malato sfrattato per far posto a migranti irregolari”); “CHRISTIANS UNDER ATTACK: GERMAN FEDERAL COURT ALLOWS RAMADAN AND BANS EASTER (WATCH)” (“Cristiani sotto attacco: sentenza di una corte federale tedesca permette il Ramadan ma proibisce la Pasqua”); e per non farsi mancare niente, “GERMAN LAWYER WARNS: PROPOSED LAW COULD ‘INTRODUCE COMPULSORY CORONAVIRUS VACCINATION FOR EVERYONE (WATCH)” (“Avvocato tedesco ammonisce: una proposta di legge potrebbe introdurre l’obbligo vaccinale per il Coronavirus”).

Il perchè dell’interessamento dell’estrema destra statunitense al discorso di Sgarbi è chiaro. Nel discorso del video Sgarbi tocca tutti gli argomenti cari ai diversi gruppi dell’alt-right che sostengono le proteste anti lockdown negli Stati Uniti: la limitazione delle libertà personali, l’imposizione di una cosiddetta “verità unica” e i “falsi dati” dell’emergenza. Il fatto che invece richiede qualche spiegazione in più riguarda come mai Sgarbi che sbraita sottotitolato in inglese trovi terreno fertile nel sud del continente africano.

La diversa percezione del lockdown in Mozambico e Sudafrica

Innanzitutto in Mozambico e nei paesi limitrofi c’è una percezione del lockdown completamente diversa rispetto alla nostra. In Mozambico, le epidemie non sono niente di nuovo: AIDS, tubercolosi, febbre gialla, colera e malaria uccidono migliaia di persone ogni anno. A molti sembra assurdo prendere misure così drastiche per pochissimi casi di coronavirus (i casi ufficialmente registrati sono poco più di 100, e ancora nessun decesso).

Anche in Sudafrica, dove i casi registrati sono circa 11 mila, la percezione è identica. Sono in tanti, di diversa condizione economica e sociale, quelli che vedono il coronavirus come “una malattia aggiuntiva a tante altre.” Per chi poi è in una posizione di vulnerabilità — la maggioranza della popolazione — il lockdown ha significato perdere completamente il proprio reddito; inoltre in molti paesi africani, il mancato rispetto del lockdown si è tradotto in vere e proprie violenze della polizia contro chi per un motivo o per l’altro era uscito di casa. Chi è in una posizione privilegiata, pur non soffrendo le terribili conseguenze economiche dell’ordine “state a casa,” guarda comunque alla quarantena con fastidio, pensando che sia una “overreaction” del governo; un altro esempio di bad governance di una élite così corrotta alla quale nemmeno gli international donors vogliono affidare risorse liquide per la gestione dell’emergenza. Nonostante il governo del Sudafrica sia riconosciuto come più trasparente di quello del Mozambico, persistono comunque seri problemi di corruzione e malgoverno. Per queste ragioni, rispetto all’Europa per esempio, le misure di lockdown sono state più osteggiate da una variegata porzione di popolazione, sia in Mozambico che in Sudafrica.

L’estrema destra sudafricana

La generalizzata opposizione al lockdown non basta però a spiegare come Sgarbi possa essere diventato trending topic tra i miei contatti Facebook in Mozambico. Chi ha postato il video è parte di una demografica ben precisa: bianchi, benestanti, e connessi con il Sudafrica (turisti sudafricani o sudafricani espatriati in Mozambico). Ed è proprio a questa frangia della popolazione, in particolare ai bianchi Afrikaner, che si rivolge l’estrema destra statunitense (e globale) rappresentata da siti come quello della RAIR Foundation, che ha pubblicato il video di Sgarbi.

L’argomento è incredibilmente sfaccettato. La storia degli Afrikaners in Sudafrica è lunga e complessa: non tutti i bianchi in Sudafrica sono Afrikaners, e dai tempi della guerra boera è rimasto un conflitto identitario latente tra le due parti, ancora presente al giorno d’oggi. Il fantasma dell’apartheid continua inoltre a incombere su qualsiasi dibattito politico e sociale in Sudafrica. La letteratura a riguardo è vasta, e in questo articolo, consapevolmente, non viene certo approfondita la questione.

Il rapporto tra gruppi di estrema destra sudafricani e l’estrema destra americana è un rapporto a due vie: la destra americana prende spesso come esempio il Sudafrica bianco (in generale) per galvanizzare la sua base riguardo alla presunta “anti-white agenda” (qui una compilation da Breitbart News) delle terribili élites liberali. Dall’altra parte, l’estrema destra sudafricana guarda spesso all’America di Trump come alleata sia per le sue “battaglie culturali,” quali l’esposizione della bandiera del 1928 invece che quella attuale (ricorda qualcosa?), sia come “protettrice” contro le persecuzioni contro i bianchi africani, in particolare contro gli Afrikaans.

Sono proprio i gruppi più conservatori degli Afrikaners a promuovere online una campagna “contro il genocidio dei bianchi.” Sulla questione ha indagato la BBC con un attento fact checking, e non ha trovato nulla che supporti l’ipotesi che sia in atto un genocidio pianificato nei confronti dei “farmers” bianchi; il report parla piuttosto di un generale clima di crimine e violenza di cui è vittima tutta la popolazione sudafricana. Ciononostante, sui social network spopolano i gruppi e le pagine contro il genocidio e la “soppressione” dei bianchi sudafricani. Il gruppo facebook “Stop White South African Genocide,” per esempio, conta più di 30 mila iscritti. Al suo interno vengono condivisi articoli di vario genere che vengono, più o meno sobriamente, commentati e discussi. Ad esempio, riguardo la scarcerazione di una parte della popolazione carceraria a causa della corrente pandemia, un utente suggerisce di usare i prigionieri “nelle lotte dei Gladiatori fino alla morte, per mantenere intrattenuta la parte di popolazione che obbedisce al lockdown.”

Le connessioni tra l’alt-right americana e quella sudafricana, non sono solo online: molti leader di gruppi sudafricani che fanno lobbying per “la cultura bianca” e/o la “cultura boera” e che cercano “protezione” contro il genocidio, si recano spesso negli USA per partecipare a think-tanks conservatori e per incontrare figure di spicco quali David Duke (l’ex capo del Ku Klux Klan e supporter di Trump). E così viceversa.

La rappresentazione del coronavirus in Sudafrica da parte dell’estrema destra

Come si inserisce quindi il video di Sgarbi in questo contesto? L’emergenza del coronavirus è rappresentata dall’alt-right sudafricana come l’ennesima “ingiustizia verso i bianchi” da parte di un governo che vuole imporre una dittatura, possibilmente comunista. È chiaro quindi come un utente Facebook sensibile a queste tematiche possa aver trovato condivisibile il discorso di Sgarbi, che tocca temi come l’inattendibilità dei numeri ufficiali e la volontà del governo di creare un regime autoritario. Nel suo discorso infatti Sgarbi dice “non usate i morti per fare retorica e terrorismo”: per l’estrema destra sudafricana, il governo sta esagerando i rischi del virus e usando il lockdown e le altre politiche preventive come copertura per mettere in atto la sua agenda politica “comunista,” nella quale spiccano ad esempio le “racial laws.”

Le cosiddette “racial laws,” che non sono ovviamente delle leggi razziali, sono le “affirmative action laws,” ovvero leggi che i vari governi sudafricani hanno lentamente introdotto a partire dalla fine dell’Apartheid per assicurarsi che i gruppi discriminati siano rappresentati ad esempio nella forza lavoro — come le nostre quote rosa, anche le affirmative action laws sono fonte di dibattito anche da parte delle categorie che vengono tutelate dalle stesse. In generale, è evidente l’intento nei vari articoli e meme pubblicati di mettere in conflitto le due principali etnie della popolazione, nella classica e stereotipata dicotomia “bianchi contro neri.” Ad esempio, sempre nel gruppo Facebook “Stop White South African Genocide,” un post degli amministratori legge (tradotto*): “Domanda seria: come mai non stiamo trovando decine di migliaia di senzatetto morti nelle tende degli ospedali, o [perchè non multano] i residenti che sporcano le strade dei molti insediamenti informali, dei campi abusivi e pure delle townships, dove non c’è ALCUN TENTATIVO di NESSUN tipo di “distanziamento sociale” praticato da una SIGNIFICATIVA MAGGIORANZA della “NOSTRA” popolazione? Qualcosa  — riguardo le statistiche della pandemia del “consiglio nazionale comunista collettivo” — non torna!” La traduzione sembra contorta, il testo originale infatti ha una sintassi un po’ fantasiosa; inoltre l’aggiunta [perchè non multano] è dedotta dal contesto e dall’immagine che accompagna il post (l’autore potrebbe inoltre essersi confuso tra il verbo finding — “trovare” — e il verbo fining — “multare”).

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La cosa preoccupante però non sono tanto gli estremisti che militano su questi gruppi Facebook, che sono ovviamente una minoranza della popolazione bianca sudafricana, bensì coloro che si dichiarano “moderati” e che assolutamente non condividono posizioni estremiste come quelle citate sopra, e che condividono video  — come quello di Sgarbi ad esempio — link e meme di contenuto affine  — se non identico — a pagine appartenenti alla galassia di estrema destra. Infatti chi si oppone al lockdown per ragioni anche condivisibili come spiegato sopra, si ritrova a fare da cassa di risonanza a idee dell’alt-right, più o meno consapevolmente a seconda dei casi. E mentre questo accade anche altrove, come in Italia ad esempio, in un paese drammaticamente segnato da relazioni razziali tossiche, le conseguenze potrebbero essere molto più gravi.


*Testo originale: “Serious question: how come we’re not finding TENS OF THOUSANDS of 1 homeless dead people in field hospital tents, or [why are they not fining] residents littering the streets of the many informal settlements, squatter camps & townships either, where there is ABSOLUTELY NO ATTEMPT at ANY kind of ‘social distancing’ being practiced by a SIGNIFICANT MAJORITY of ‘OUR’ population? Something about (the ‘National Communist Collective Council’s ‘pandemic’ statistics) doesn’t quite add up!