salvini-plasma-cover-01

Dai NAS a Bill Gates: come la terapia al plasma è stata cooptata dai teorici del complotto per dimostrare che “qualcuno” non vuole che si trovi la cura per il coronavirus

Nelle ultime settimane sono tornate ad esplodere, in tutto il mondo, nuove teorie del complotto e notizie deformate sul coronavirus. Anche in Italia, dove le teorie del complotto si sono scatenate sull’ipotetica cura al cosiddetto plasma iperimmune — rilanciata sui profili social del noto ex ministro dell’Interno — che sarebbe miracolosa ma tenuta nascosta al pubblico dalle grandi case farmaceutiche.

Come le teorie del complotto migliori, anche quella sul plasma parte da un fondo di verità: in alcuni ospedali italiani si sta effettivamente testando e utilizzando il plasma di alcuni pazienti guariti come terapia contro il Covid-19, ma la strada per utilizzarlo su larga scala è molto lunga. In particolare non è possibile produrne molto, ci sono varie controindicazioni come per tutte le trasfusioni, e servono macchinari che non sono al momento disponibili in tutti gli ospedali.

La cura con il plasma potrà essere, secondo anche la studiosa Ilaria Capua, un ponte per traghettarci verso il momento in cui sarà finalmente disponibile un vaccino, ma non è una cura risolutiva. Nel frattempo una lunga serie di farmaci sono stati proposti come efficaci nel trattare il Covid-19 — a volte con forse troppa avventatezza, come nel caso del Remdesivir.

L’ex ministro dell’Interno è comunque in buona compagnia nel condividere teorie più o meno complottiste, dato che una teoria del complotto altrettanto assurda è stata rilanciata dal governo statunitense per coprire la propria inefficienza nel limitare gli effetti disastrosi di quella che è una crisi non solo sanitaria, ma anche politica e amministrativa: ovvero quella secondo cui il virus sarebbe nato in un laboratorio di Wuhan.

Show notes

In questa puntata sono con voi: Stefano Colombo @stefthesub e Alessandro Massone @amassone. Per non perderti nemmeno un episodio di TRAPPIST, abbonati su Spotify e Apple Podcasts.