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Le persone fermate per aver appiccato deliberatamente incendi sono soltanto 24, ma la notizia è stata rilanciata ovunque, per la gioia dei negazionisti del cambiamento climatico

Mentre la situazione dell’emergenza incendi in Australia è talmente grave che il fumo ha raggiunto il Sudamerica, ingrigendo il cielo del Cile centrale e arrossando il tramonto a Buenos Aires, i negazionisti dei cambiamenti climatici in tutto il mondo sono stati galvanizzati da una presunta notizia: quella delle 183 persone accusate di aver appiccato deliberatamente diversi incendi.

La notizia è stata rilanciata da gran parte dei media italiani in maniera piuttosto ingannevole e tendenziosa: Il Sole 24 Ore parla genericamente di 183 piromani arrestati, e anche ANSA e Adnkronos parlano di “183 arresti.”

Molti commentatori ci sono andati a nozze, felici di avere un untore a cui dare la colpa e poter continuare a negare, anche di fronte alle più tragiche evidenze, la gravità degli effetti dei cambiamenti climatici antropogenici.

Stamattina ne parla sul Corriere della Sera anche l’inevitabile Gramellini, che nella sua rubrica quotidiana scrive: “Se il cambiamento climatico rimane un’emergenza un po’ più rilevante dei rimborsi dei Cinquestelle e della presenza di Rita Pavone e Rula Jebreal al festival di Sanremo (i due temi che infiammano il dibattito pubblico qui da noi), non meno esiziale è il rintronamento psichico di chi compie atti di cui ignora la portata.”

Ma è davvero così? Il sito specializzato in fact-checking Snopes ha pubblicato un’accurata rettifica della notizia: ci sono, sì, 183 persone accusate (non arrestate) di reati legati alla tutela del patrimonio boschivo, ma di questi solo 24 (ventiquattro) sono stati incriminati per aver deliberatamente appiccato degli incendi. Gli altri sono stati accusati di reati diversi, che riguardano i divieti di accendere fuochi per evitare conseguenze indesiderate, ma non perché fossero piromani: per esempio, un uomo a Wallacia (presso Sydney) è stato arrestato per aver acceso un fuoco per riscaldarsi una tazza di tè; un altro ha acceso un falò per cucinare, nella città di Tarro. È tutto scritto in un comunicato stampa della polizia del Nuovo Galles del Sud.

La distorsione della notizia originale, guarda un po’, si ritrova anche su InfoWars, il megafono della disinformazione di destra statunitense diretto da Alex Jones, che probabilmente ha contribuito non poco alla sua diffusione. Da lì, è dilagata un po’ ovunque, anche sui media mainstream — dove difficilmente sarà rettificata.