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Dalla retorica dei “misteri italiani” alle idee confuse sulle responsabilità: a 50 anni dalla strage di Piazza Fontana, falsi miti e luoghi comuni sulla strategia della tensione sono ancora all’ordine del giorno.

Cosa resta, 50 anni dopo, della strage di piazza Fontana? Ne abbiamo parlato alla libreria Les Mots di Milano con lo storico Elio Catania, co-autore di Dopo le bombe. Piazza Fontana e l’uso pubblico della storia, edito quest’anno da Mimesis. Catania si occupa soprattutto delle narrazioni tossiche riguardo a questo e ad altri episodi della strategia della tensione e dei cosiddetti “anni di piombo,” che hanno portato a una percezione spesso distorta da parte dell’opinione pubblica.

Così, ancora oggi si parla molto spesso di una strage “senza responsabili”: in realtà, la sentenza dell’ultimo processo per Piazza Fontana, a maggio 2005, ha indicato nella cellula neofascista veneta di Ordine Nuovo i responsabili materiali, in particolare Franco Freda e Giovanni Ventura. I quali, però, non potevano più essere processati per il medesimo reato per cui erano già stati assolti nel 1987.

Altri luoghi comuni e falsi miti riguardano, per esempio, il reale pericolo di una svolta autoritaria, sul modello della Grecia dei Colonnelli: i mancati colpi di stato che si sono susseguiti tra il 1969 e il 1974 — a partire dal golpe Borghese — sono spesso minimizzati come tentativi “da operetta,” nonostante la storiografia abbia appurato che si trattò di minacce reali e concrete alla democrazia italiana.

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prodotto da Sebastian Bendinelli
regia ed editing Alessandro Massone
con Elio Catania
registrato presso la libreria Les Mots, mercoledì 4 dicembre 2019